Cilento, gruppo giovani denuncia: «Politica ci esclude»
| di Luigi Martino«La res publica è cosa del popolo; e il popolo non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse» scriveva Cicerone, uno dei più grandi pensatori dell’età repubblicana. Parte da queste precise parole, l’idea del nuovo gruppo di giovani di Omignano. Pur provenendo da percorsi diversi, anche lontani dalla politica, il gruppo è convinto che oggi coloro che si impegnano a portare un reale Sviluppo Locale nella propria comunità sono coloro che hanno una chiara percezione del forte desiderio di cambiamento che sta attraversando il paese. Senza escludere i singoli borghi del Cilento, specie quelli interni. Un desiderio che gira intorno all’idea del “fare concretamente”, di “liberare energie”, energie e risorse che soprattutto nelle aree interne sono frustrate dall’assenza congiunta di servizi alla cittadinanza e mancanza di prospettive per i giovani.
Un nuovo gruppo di giovani del comune di Omignano cerca da tempo di intercettare questo desiderio e di farlo dialogare con le politiche pubbliche già esistenti, dando gambe e strumenti al cambiamento, liberandolo dagli elementi costrittivi. Ma nonostante i buoni propositi e la volontà di confrontarsi, di far crescere il proprio territorio, in una “battaglia” che è la stessa che serve a combattere lo spopolamento verso cui si dirige la comunità, questo dialogo è stato stroncato prima di nascere proprio dagli interlocutori, gli attuali amministratori che sono presenti in consiglio comunale da ben oltre dieci anni.
L’appello dei giovani è racchiuso soprattutto in una domanda: «Perché non dialogare con chi ha a cuore il proprio comune e vuole cercare di restare per valorizzare il territorio, generando possibilità di miglioramento, anziché lasciarlo a una lenta agonia?. Si può arrivare a un atto di coraggio e umiltà, mettendo in discussione il modo tradizionale di prendere le decisioni: anziché ascoltare solo chi è già stato sempre ascoltato?”. Questa situazione deriva dalla forte ma prevedibile resistenza che viene opposta ai cambiamenti a causa della perdita di potere che le elites locali intravedono nel metodo del confronto aperto, nell’innovazione. E, a volte, dell’incapacità dell’amministrazione pubblica di reggere il confronto con le competenze diffuse che risiedono nella società civile. Gli stessi eletti vivono, del resto, un senso di impotenza di fronte alle sfide che impone loro il governo del paese e che deriva dalla complessità del sistema di conoscenze necessario per prendere decisioni.
Il gruppo è formato da giovani già affermati in una professione, che intende sperimentare un modo diverso di pianificare lo sviluppo territoriale, mettendo al centro del loro programma tematiche come l’agricoltura, il turismo, l’artigianato e i servizi, in modo da accrescere l’occupabilità. Quest’ultimo è infatti un obiettivo prioritario della Strategia europea per l’occupazione (Seo), oggi semplificata in «piena occupazione; migliore qualità e produttività del lavoro; maggiore coesione e inclusione». Andrea Giuliano, uno degli esponenti del gruppo giovani, spiega: «Una strada da percorrere può essere quella del dialogo, dell’inclusione dei giovani locali nella politica e del coinvolgimento di tutta la comunità. Ognuno di essi ha senz’altro una visione fisiologicamente diversa delle prospettive future che può avere Omignano e delle possibilità concrete per i più giovani. Di base, senza un reale piano di sviluppo locale, si fomenta solo lo spopolamento delle nostre zone. Negatoci il confronto, ora siamo pronti a passare dalle parole ai fatti. Andremo avanti insieme, pensando il futuro».
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