Cilento, il turismo prossimale per mamme e bambini: strategia per combattere lo spopolamento delle aree interne

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Cilento, il turismo prossimale per mamme e bambini: strategia per combattere lo spopolamento delle aree interne

Il turismo prossimale per mamme e bambini: strategia per combattere lo spopolamento delle aree interne di montagna nel medio – lungo termine. La proposta arriva da Laura Cuozzo, laureata in comunicazione aziendale e scienze giuridiche, esperta di management aziendale, attivista volontaria Agenda Onu 2030 e organizzatrice del festival comunitario sperimentale “Noi siamo la montagna”.

La sua strategia sociologica contro lo spopolamento delle aree interne cilentane è stata illustrata nell’ambito dell’edizione Cilento Faber, inaugurata il 18 maggio 2024 presso il Palazzo di Cultura di Vallo della Lucania (evento vetrina delle eccellenze cilentane giovanili, e non, impegnate nella valorizzazione della comunità cilentana, aiutati dal digitale e dalle nuove frontiere dell’ I.A.).

Grazie ad Antonio Bruno, amministratore di Vallo della Lucania, anche Laura Cuozzo (impiegata statale, mamma single, laureata in comunicazione aziendale e scienze giuridiche, esperta di management aziendale, processi socio- psicologici delle HR e del risk management, fitoterapista ed insegnante di danza del benessere femminile nel tempo libero, infine negli ultimi anni per vocazione e chiamata collettiva rivestente il ruolo di attivista volontaria Agenda ONU 2030 all’ interno di un festival comunitario sperimentale “Noi siamo la montagna”, giunto alla quarta edizione) ha avuto l’opportunità di presentare la sua strategia sociologica contro lo spopolamento delle aree interne cilentane avvalendosi, come ha già sperimentato, del turismo prossimale, target donne e bambini “80 voglia di conoscerti” .

Dottoressa Cuozzo, perche 80?

80 perché il Parco del Cilento è costituito da 80 comuni e non tutti i cilentani, soprattutto i più piccoli conoscono bene il loro territorio a tal punto da innamorarsene e riscoprirlo, apprezzandolo nella sua intera e variegata bellezza, imparando gradualmente anche loro, i genitori accompagnatori a guardare con gli occhi nuovi della meraviglia , con gli occhi dei bambini, il Cilento. E sono appunto i bambini, le future generazioni, i veri turisti del loro luogo di nascita , l’unica speranza del Cilento. Il tutto è partito quindi con una pesca giocosa nel mese di giugno 2023 all’ interno della biblioteca del comune di Novi Velia. I bambini accorsi all’evento sono stati bendati a turno per estrarre a caso dalle 6 ceste del Parco del Cilento diviso per zone, sei comuni da visitare, programmando le uscite di volta in volta con l’ aiuto delle proloco e aziende alberghiere dei comuni coinvolti. Le visite sono state effettuate nel corso di un’intera giornata oppure con formula di week end approfittando dello sconto quota rosa per le donne accompagnatrici (mamme dei loro cuccioli e non solo, insegnanti, catechiste, professioniste attente al valore del turismo didattico di carattere privato) e gratuità assoluta per bambini 0 – 12 anni consistente in un percorso di visita paesaggistica, culturale, gastronomica.

Questo turismo prossimale è solo una delle tante azioni nel medio e lungo termine connesso alla teoria dell’appopolamento, ideata ed illustrata dalla dottoressa Laura Cuozzo in un suo saggio prossimamente in uscita. Di cosa si tratta?

Teoria che consiste nell’affezionare i più piccoli ai loro luoghi di origine per permettere loro, soprattutto alla fascia più consapevole di 6- 12 anni in 4 anni circa di conoscere l’intero Parco del Cilento con sei uscite appena e distribuite equamente in alta, media e bassa stagione. Infatti ogni comune visitato permette di conoscere anche le frazioni limitrofe. Il turismo prossimale così approcciato permette di studiare preventivamente i luoghi da visitare e di ritrovarsi dopo un anno di gite in luoghi di aggregazione culturale per discutere e confrontarsi sul feedback, dando un voto di pagella alto o basso ai comuni, per come si sono mostrati, attenti più o meno ad accogliere il gruppo dei bambini turisti. Si è pensato di creare anche un passaporto cilentano del minore sul quale apporre per ogni uscita il visto del sindaco accogliente il gruppo. Durante le visite i bambini spesso hanno potuto e potranno giocare ad impersonificare i miti letterari ed epici della zona visitata o le abitudini e tradizioni dei castelli e conventi come ad esempio è successo a Punta Licosa dove è stato spiegato e ripercorso il mito di Ulisse e le sirene.

Dottoressa Cuozzo, ci spiega com’è nata l’ idea di occuparsi dei bambini cilentani quali fruitori del loro Parco per affezionarli ad esso o meglio, appopolarli?

Sì, è nato per gioco e per il senso di gioia che provo a contatto con i più piccoli, più innocenti e genuini rispetto agli adulti datati, tentando di meravigliarmi con i loro occhi, spinta dal bisogno di di eliminare per loro l’alone negativo da sempre derivante dallo stigma sociale del libro “Cristo si è fermato ad Eboli”. Ribaltare insieme quest’etichetta negativa in un’opportunità di nuova visione mi sembra anche la stessa strategia di Cilento Faber, Cilento Faber Fortunae Suae. Se i cilentani continuano a piangersi addosso e credere che i loro luoghi siano affetti da cronico abbandono per colpa del posto e non del loro modo di pensare e dell’ aura negativa che si sono fatti ingenuamente appiccicare addosso da scrittori del passato, non riusciranno mai a spezzere il circolo vizioso in cui sono scivolati con connesso problema dello spopolamento. E’ l’approccio mentale sbagliato da combattere, da non lasciare in eredità ai figli , nipoti, alle generazioni future in generale già minacciate da un trend crescente di denatalizzazione, dovuta sicuramente quest’ultima anche ad altri fattori di ordine economico e politico. Come potranno i giovani che sono i proprietari del loro territorio, a rimanerci nella loro terra d’origine ed investire in essa, con la cura di chi essendoci nato ha diritto più di altri di appropriarsi delle ricchezze che essa offre? Come nelle relazioni affettive, se non si conosce profondamente l’ anima dei propri cari e non li si puo’ aiutare a vivere e godere della vita di relazione e comunità, lo stesso avviene per i propri luoghi. Questo processo di appopolare piuttosto che abbandonare vale sia per le relazioni affettive che per gli interscambi sociali con i propri luoghi di nascita, luoghi che invece puntualmente vengono abbandonati tristemente o nel peggiore dei casi maledetti, perchè non offrono opportunità di lavoro e stanziamento . I primi fruitori di un comune , di un territorio, meglio ancora di un Parco sono gli autoctoni che lo abitano e che ad esso devono adattarsi, iniziando realmente a conoscerlo per bene e per intero. Gli abitanti, soprattutto i giovanissimi devono essere quindi accompagnati in questo processo di APPOPOLAMENTO per un’ inversione di tendenza positiva tramite la conoscenza e l’ innamoramento, legandosi alla loro terra come alla loro prima casa, potenziale luogo di lavoro e di famiglia. Solo così, cambiando l’approccio cognitivo ed emozionale ai propri luoghi e radici si può eliminare il classico vittimismo, disfattismo, il piangersi addosso, trasformandolo in stima, coraggio, sforzo, resilienza costruttiva. Di conseguenza la teoria dell’appopolamento è un atto dovuto di sforzo prima individuale che collettivo nell’ assumersi le responsabilità del dove si è nati e si vive per pretendere di restarci , apprezzando ciò che si e’ ricevuto non solo per destino , ma come ricetta mai passata di moda dell’ homo faber fortunae suae. Continuare ad invidiare l’erba del vicino, non aiuta a restare. I cilentani abitano in un paradiso oltre il quale Cristo non ha voluto proseguire perché semplicemente non ce n’ era bisogno. Cristo si ferma nei luoghi disagiati per missione di salvezza; a noi piace credere che Cristo invece si sia fermato alle porte del Paradiso per lasciarlo intatto e recarsi altrove dove c’era da aiutare realmente. Se non impariamo a guardare con gli occhi dei bambini le meraviglie del Cilento, il problema non sarà quindi il Cilento come parco, ma i cilentani abitanti che ingiustamente lo sottovalutano e vorrebbero cambiarlo, anziché conoscerlo e amarlo per quello che è.

Quindi una ricetta per arginare lo spopolamento potrebbe essere davvero questa dell’ appopolamento nel medio e lungo periodo servendosi del turismo prossimale grazie alla collaborazione di cittadini attivi, quali i genitori, in special modo le mamme, le pro loco, le strutture ricettive, le associazioni, i comuni, i musei, il Parco del Cilento e la chiesa con i suoi catechisti ed oratori?

Esatto Marianna. La scuola oggi ha bisogno di maggior supporto educativo anche da parte delle famiglie all’ interno delle quali i ruoli parificati di mamma e papà privano i figli di quel tempo ludico didattico necessario per il confronto, affidato sempre più alle tecnologie e telefonini. Se la scuola segue già i propri percorsi turistici ministeriali a livello intra- extra regione ed europei, sono la famiglia e la chiesa a dover integrare l’affezionamento alle radici del proprio territorio dei propri giovani. La gratuità per i bambini 0- 12 anni ed il prezzo rosa scontato per il pernottamento di una notte è un’attenzione rivolta alle donne e bambini, in particolar modo alle donne che accompagnano i loro cuccioli e non alla scoperta delle meraviglie del Cilento laddove i bambini figurano come la nuova speranza che fiorisce e rigenera tutto. I bambini, ecco che diventano allora i reali ambasciatori del Cilento chiedendo all’uopo maggiore attenzione e coinvolgimento di tutte le strutture alberghiere presenti negli 80 comuni invitati a fare. Noi siamo Lab – Montagna Wired è un progetto gratuito ideato da una mamma single adattatasi resilienza , per offrire non solo a sua figlia, ma a tutti i bambini del Cilento un motivo per amare questo loro paradiso e non scappare un giorno da esso per causa quasi sempre di adulti che non vogliono andare a scuola di ottimismo e crescita consapevole.

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