Cilento, insulti arbitro donna. Lei si confida: «Amareggiata ma serena»
| di Luigi Martino«Annalisa è amareggiata, ma molto serena». Così il presidente della sezione Aia di Nola, Severino Vitale, ha raccontato lo stato d’animo di Annalisa Moccia, la guardalinee napoletana iscritta nella sezione nolana oggetto, nel pomeriggio di ieri, di pesanti frasi sessiste da parte del giornalista salernitano Sergio Vessicchio, nel corso della cronaca del match campano di Eccellenza tra Sant’Agnello e la squadra di casa dell’Agropoli trasmesso da un’emittente locale. «E’ stata la stessa Annalisa a chiamarmi, nel pomeriggio di ieri, per farmi vedere il video con quelle frasi che non meritano alcun commento – prosegue il presidente della sezione nolana dell’Aia -. Era incredula e amareggiata». Intanto l’ordine dei giornalisti della Campania ha sospeso il cronista. Lo ha reso noto questa mattina il presidente dell’ordine, Ottavio Lucarelli.
«Da padre – prosegue – posso dire che certe parole fanno male e testimoniano l’ignoranza nella quale spesso siamo costretti a districarci, specie qui al Sud. Tra l’altro, quelle frasi ignobili sono state pronunciate prima della gara, e dunque sono due volte inaccettabili, perchè non hanno alcuna attinenza con specifici episodi avvenuti durante la partita. Questo è il medioevo, un ritorno al passato che fa rabbrividire». Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino di Agropoli, Adamo Coppola: «Conosciamo bene il valore delle donne – ha affermato Coppola – e da tempo sosteniamo che si debba arrivare quanto prima ad una vera parità di genere. Proprio l’altro giorno, durante un convegno sul tema del lavoro e su pari diritti e dignità tra sessi, ho ribadito con forza quanto sia fondamentale che donne e uomini possano avere le medesime basi da cui partire, così da avere le stesse possibilità di raggiungere i traguardi auspicati. Le donne hanno dimostrato sempre più spesso di avere una marcia in più rispetto agli uomini, nel mondo lavorativo, come nei diversi settori della vita civile e sociale. Non possiamo – conclude Coppola – che augurarci che il cambiamento tanto decantato di una parità di genere, possa divenire presto realtà nella vita di tutti i giorni».
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