Cilento nel terrore, bande di ladri mettono in ginocchio il territorio: «Dove sono i controlli?»
| di Luigi MartinoUn’ombra di paura si allunga sul Cilento. Da settimane, i cittadini vivono un incubo fatto di furti, violazioni e razzie. Case, attività commerciali, veicoli agricoli e persino automobili sono ormai bersagli quotidiani di bande di malviventi che sembrano agire senza ostacoli. Una spirale di crimini che ha gettato la comunità nello sconforto, alimentando un clima di abbandono e insicurezza.
I ladri non si limitano a rubare. Entrano nelle abitazioni, violando l’intimità delle famiglie, portando via oggetti preziosi e contanti, lasciando dietro di sé solo paura e impotenza. Ma il loro raggio d’azione non si ferma qui: anche i mezzi agricoli, fondamentali per l’economia locale, sono preda di queste bande organizzate, che non esitano a colpire le attività commerciali, già messe a dura prova da una congiuntura economica difficile.
La situazione ha messo in luce una preoccupante vulnerabilità del territorio. Molti cittadini denunciano un’assenza di presidi di sicurezza adeguati, sentendosi abbandonati a fronteggiare da soli un problema che cresce di giorno in giorno. “Viviamo nel terrore”, racconta un residente di un piccolo borgo del Cilento, “non possiamo dormire tranquilli sapendo che i ladri potrebbero entrare in casa nostra in qualsiasi momento”.
Il grido d’aiuto della popolazione si fa sempre più forte, con richieste rivolte alle istituzioni affinché intervengano con decisione. L’appello è per un incremento della presenza delle forze dell’ordine, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza e un piano di azione mirato a contrastare queste bande criminali che stanno mettendo in ginocchio un’intera comunità.
Nel frattempo, molte famiglie si stanno organizzando autonomamente con sistemi di videosorveglianza e gruppi di vigilanza privata, ma è evidente che queste soluzioni temporanee non bastano. La comunità cilentana, un tempo esempio di tranquillità e accoglienza, si ritrova ora a dover fare i conti con una minaccia che mette a rischio non solo il benessere materiale, ma anche quello psicologico.
La speranza è che il grido d’allarme venga ascoltato e che il Cilento possa tornare presto a essere quel luogo sicuro e sereno che i suoi abitanti meritano.
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