Cilento, nella vecchia Fulvia un ufficio e una clinica veterinaria | VIDEO
| di Luigi Martinodi Luigi Martino
Chi non ha mai visto la sua Lancia Fulvia vecchia di almeno 50 anni andare in giro per le strade del Basso Cilento, vuol dire che questa terra non la conosce a fondo. O, di riflesso, che pecca d’attenzione.
Giovan Giuseppe Di Blasi, meglio noto come ‘Peppino il sindacalista’, si è lasciato alle spalle gli ottant’anni d’età. Nel suo gioiello bianco panna, c’è un ufficio, un caf, un archivio, una clinica veterinaria, uno studio legale e un ammasso indefinito di sentimenti buoni.
Prima di chiedere il permesso e invadere quello che per molti sembra solo un pezzo d’epoca da tenere fermo in garage come collezione, abbiamo provato a chiedere in giro cosa facesse quell’uomo sempre in giacca e cravatta che quando guida nemmeno si capisce chi c’è all’interno dell’abitacolo. C’hanno risposto tutti facendo spallucce. E allora abbiamo capito che valeva davvero la pena provare a violare quell’aura intrisa di misteri.
Peppino segue le persone anziane nelle pratiche per ottenere la pensione, poi è consulente legale presso uno studio di Vallo della Lucania. E’ originario di San Mauro la Bruca ma vive un po’ ovunque nel Cilento. Adesso, per esempio, è fermo a casa di amici a Caprioli, frazione di Pisciotta. Sfama colonie di animali abbandonati, si prende cura di loro e gli occhi dei randagi testimoniano il rispetto e l’affetto che puntualmente ripagano gli sforzi di Peppino.
Qualche anno fa è stato colpito da un ictus: «Ero morto ma poi non so per quale motivo sono tornato a vivere», racconta. E’ iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti da decenni: «Ho fatto inchieste che hanno portato all’attenzione della magistratura intere amministrazioni comunali». E, prima di cambiare discorso, ci mostra i premi e i riconoscimenti nazionali.
La storia di quest’uomo è la storia di chi vive il Cilento e non conosce età. L’orologio solo per il pranzo (che qui è sacro) e il calendario solo per i Santi (senza si fa davvero poco). I progetti per il futuro di Peppino? «Ormai quel che fatto è fatto ma non restiamo fermi».
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