Cilento invaso dai cinghiali, sindaco Ottati: «Dal Parco solo chiacchiere. Riaprirò la caccia»

Mangiano frutta e verdura negli orti. Scavano i terreni privati. Scendono in spiaggia, scardinano le porte dei depositi dei lidi balneari. Ma non è tutto: ora i cinghiali si aggirano anche nei parcheggi, causano il crollo dei muri e danneggiano indirettamente le automobili in sosta. Il popolo del Cilento non ne può più. E il sindaco di Ottati, Eduardo Doddato, sbotta. Non è la prima volta che nel centro degli Alburni si registrano danni causati dalla presenza di cinghiali. Lo scorso anno, a seguito delle lamentele degli agricoltori e la discesa in campo di Coldiretti, il primo cittadino emanò un’ordinanza autorizzando la caccia, nonostante i divieti del Parco del Cilento, per 45 giorni. La decisione scatenò le polemiche degli ambientalisti e il plauso di agricoltori e associazioni di categoria. «Sono pronto a emettere una nuova ordinanza di abbattimento dei cinghiali – tuona Doddato a La Città -. L’altra sera stavamo prendendo un po’ di fresco davanti al bar del paese quando abbiamo sentito un rotolio di pietre provenire dal parcheggio nel centro del paese. Ci siamo avvicinati alla zona di sosta in via XXIV Maggio, nei pressi della ormai nota Provinciale 12, la stessa del masso al centro della strada che fa parlare di sé ovviamente in negativo, e abbiamo notato alcuni cinghiali. Questi – precisa il primo cittadino al giornalista Andrea Passaro – si trovavano nella parte soprastante il parcheggio, una zona che non è dotata di barriera paramassi e, scorrazzando, provocavano il rotolio di grosse pietre che per poco non hanno colpito le auto parcheggiate. Con tutto il rispetto per il presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, che si è da poco insediato, ma ad oggi alle chiacchiere non è seguito alcun fatto concreto. E le nostre piccole realtà sono alle prese ancora con i cinghiali che minacciano le colture, ma anche l’incolumità dei cittadini. È dell’altro giorno la notizia di un uomo che, in moto, è finito contro un cinghiale. Ed è l’ultima vicenda di una lunga serie».

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