Un docufilm per Angelo Vassallo: l’intervista a Piero Cannizzaro
| di Giuseppe GalatoPiero Cannizzaro, regista di Cilento Storie Di Pane E Di Grano, ci parla del suo lavoro dedicato alla memoria del sindaco di Pollica, ci parla di Angelo Vassallo, ci parla del Cilento, terra a cui è legato si per il suo lavoro come documentarista ma anche da un lato prettamente umano e affettivo.
D: Ha da poco presentato Cilento Storie Di Pane E Di Grano, già vincitore del premio Massimo Cresta, al Festival Lo Sguardo Di Omero. Vuole parlarci un po’ di questo suo documentario, di com’è nato e di cosa vuole esprimere?
R: È un buon esempio di scelta di vita da parte dei protagonisti, dove si mette in pratica il preservare e l’attenzione alla biodiversità. La considerazione dei moderni contadini e quindi dare dignità ad un lavoro che un tempo è stato fondamentale per la società e che ora non ha più la considerazione che invece meriterebbe. E poi c’è il discorso nel film dell’aspetto economico-sociale. Ovvero attraverso una nuova economia di un territorio di può recuperare l’aspetto culturale. Il socializzare delle persone.
D: Lei conosceva personalmente Angelo Vassallo, a cui ha dedicato questo suo documentario: che ricordo ha di Angelo e cosa possiamo fare noi cittadini perché il suo ricordo e la sua opera non vadano perduti?
R: Ho tanti ricordi il principale quello della sua leggerezza anche nelle situazioni difficili. In breve quello che le persone possono fare credo sia di apprezzare e coltivare la bellezza del territorio, della cultura, del lavoro e mantenere in quello che ognuno fa un’etica. E ancora, valorizzare e aiutare quelle persone, e nel Cilento ne ho conosciute tante, che si impegnano nella difesa del proprio territorio e della propria cultura.
D: Com’è andata la presentazione al Festival Di Sondrio?
R: Molto bene. In sala c’erano più di 600 persone. Ottime le 2 proiezioni con grande schermo e monitor laterali nell’esterno. Mi hanno avvicinato commossi anche diversi Cilentani. In molti hanno trovato delle analogie tra la cultura Cilentana e quella della Valtellina. In entrambe si coltivano diverse qualità di grano e in entrambe è ancora via il senso della memoria e dell’identità della cultura contadina.
D: Alcuni dei leitmotiv della sua opera sono il cibo ed il sacro: come mai questa impostazione?
R: Entrambe possono servire ad unire le persone ed entrambe hanno un alto valore simbolico e metaforico.
D: Quali sono i progetti futuri di Piero Cannizzaro?
R: Sto terminando il docufilm Città Slow una parte del quale è dedicata a Pollica e che presenterò in anteprima a Torino al salone del gusto il 22 Ottobre alla presenza del vicesindaco di Pollica e della moglie di Angelo Vassallo oltre a Carlo Petrini di Slow Food e ad altri. Il film lo dovevo presentare con Angelo Vassallo ad Acciaroli al convegno su Hamin la settimana in cui è stato barbaramente ucciso.
D: Qual è il suo legame con il Cilento?
R: Direi molto profondo. Ho realizzato diversi lavori nel corso degli ultimi 5 anni che ho portato un po’ in tutta Italia in numerosi festival oltre alle messe in onda di Raitre. Quello che mi lega molto sono anche la presenza di amici davvero speciali che nel corso del tempo sono diventati sempre di più.
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