Venezia si ferma per un minuto in onore di Angelo Vassallo
| di Giuseppe GalatoCommozione al Festival Del Cinema di Venezia prima della proiezione di “Noi Credevamo”, film di Angelo Martone girato nel Cilento che vede fra le varie location il porto di Acciaroli tanto caro ad Angelo Vassallo, sindaco di Pollica assassinato qualche giorno prima della proiezione.
Il pubblico, in segno di cordoglio, ha osservato un minuto di silenzio in onore del “sindaco pescatore”.
Dopo la proiezione a Venezia si è tenuta ieri proprio ad Acciaroli la prima del film.
“Noi Credevamo” avrebbe dovuto avere, prima della distribuzione, cinque proieizioni in altrettanti posti in cui è stato girato, fra cui proprio Acciaroli: “il film – spiegano i promotori – sarebbe in ogni caso arrivato ad Acciaroli, e questa tappa avrebbe avuto in ogni caso un significato diverso da tutte le altre, perché è da lì che il film è partito, alla ricerca di storie che potessero spiegarci, in modo più veridico di quanto in genere non si faccia, la nostra Storia: un Risorgimento visto da Sud che è alla radice di tante storture italiane”.
Al lato del tendone per la proiezione una gigantografia di Angelo Vassallo, in piedi sugli scogli ad alzare un calice di vino bianco verso il mare.
Il ricordo di Vassallo anche nelle parole del regista Angelo Martone: “ricordo che anche qui, negli anni ottanta, ci fu un momento in cui incominciava una serie di trasformazioni che non mi piacevano. Mi pareva di vedere abbattersi su questo luogo il tipico scempio del Sud, quello che si è visto da tante altre parti, e che ci fosse il rischio concreto della perdita della dimensione di comunità così tipica di Acciaroli. Di lì a poco si sarebbe aperta la stagione dei sindaci, che qui avrebbe trovato in Angelo Vassallo la sua personalità eminente. E io, che nel frattempo ero cresciuto e tornavo soltanto per venire a salutare i miei genitori, a poco a poco mi sono reso conto del fatto che Vassallo era stato capace di ripristinarla, la comunità. Aveva saputo trovare il modo di coniugarla con le necessità dello sviluppo turistico. Forse non sarei tornato, e non avrei portato qui mia figlia, se Angelo non fosse riuscio a rifare l’Acciaroli di prima. Lui aveva una visione, e già questo, nel Sud, mi pare un fatto eccezionale. Era uno che governava con la sua faccia, senza mediazioni di comodo”.
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