Cinzia Leone al Villammare Film Festival: «La gente non ha solo bisogno di ridere, ma di farlo con gli altri»
| di Marianna VallonePer i suoi 20 anni, il Villammare Festival Film&Friends, ha voluto sorprendere con grandi nomi dello spettacolo: Sandra Milo, Sebastiano Somma, Gilles Rocca, Veronica Maya, Vincenzo Incenzo, Claudio Insegno, Cinzia Leone e tanti altri. Oltre cinquecento corti e un centinaio di lunghi provenienti da 27 Paesi del mondo al centro dell’evento organizzato a Villammare da Alessandro Cocorullo. La finale di sabato ha avuto come protagonista Cinzia Leone, attrice comica d’eccezione che ha portato sul palcoscenico del golfo di Policastro parte dello spettacolo, “Il peggio di Cinzia Leone…”
Finalmente un po’ di ritorno alla normalità?
Stiamo risorgendo. La gente non ha solo bisogno di ridere, ma di farlo con gli altri, condividere la stessa realtà.
Quando ha capito di voler fare questo mestiere?
Credo di averlo sempre saputo, olo che non avevo il coraggio di ammetterlo. Volevo anche fare la psichiatra, infatti ho portato molto senso psicologico nel mio lavoro anche comico. Non a caso “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!”, che è uno spettacolo che amo molto, tocca il rapporto tra genitori e figli e i condizionamenti che viviamo. Spesso le nostre paure sono le paure degli altri, che ci impediscono di muoverci e non ci fanno credere in noi stessi.
Televisione, teatro, imitazioni, autrice di testi e molto altro, ma in quale spazio è più a suo agio?
Sto bene quando lavoro, qualunque cosa sia, sono felice. Quando lavoro mi riposo, perché sono felicemente dentro a quello che devo essere e fare. Il mio lavoro è appassionante. Quando sto in scena finalmente vivo.
Quando ha iniziato a fare teatro?
Ho iniziato con il Sistina prima che mi venissero le emorragie. Ho superato la malattia lavorando come un bue, ancora oggi. Ho iniziato a fare teatro e vivere con testi miei, come non avevo fatto prima. Da lì non mi sono mai fermata, scrivo sempre in compagnia di qualcuno, scrivere di teatro da soli è impossibile.
C’è un ricordo della sua carriera che a ripensarci sorride?
Tantissimi. Ci sono miriadi di momenti di felicità. Sicuramente girare ‘Parenti Serpenti’ di Mario Monicelli. Quando lui se n’è andato ho capito di essere sola perché nessun regista mi ha stimata e capita come ha fatto lui. Il film è stato un capolavoro assoluto. Perché racconta l’ultima forma di commedia popolare, facendoti sorridere ti faceva vedere il dentro dell’Italia, delle persone. Un gruppo di egoisti pronti a fare fuori i genitori pur di non cambiare la loro vita.
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