Trent’anni fa.. la terra tremava!
| di Marianna ValloneTrent’anni fa, durante una tranquilla domenica autunnale, una fortissima scossa di terremoto, durata novanta secondi, distrusse tantissimi paesi situati al confine tra la Basilicata e la Campania.
La Natura – che crea e distrugge – in quell’occasione, con scosse di potenza pari al decimo grado della scala Mercalli, mise in ginocchio migliaia di persone: tremila morti, quasi diecimila feriti, ottantamila le costruzioni rase al suolo (tra le quali anche una già fatiscente palazzina nel cuore di Napoli), e innumerevoli le lacrime.
La storia di quei tragici momenti è stata già raccontata dettagliatamente da storici e cronisti, e dai tanti che furono risparmiati dalla furia terribile di quella notte, e -negli anni- commemorazioni e convegni hanno ricordato l’accaduto mentre indagini e studi raccontavano il ritorno alla normalità.. ma davvero si è tornati alla normalità?
Molti portano ancora sulla pelle le cicatrici di quella strage e molti altri non hanno ancora una casa.
La ricostruzione, comunque, seppur lenta e zoppicante, è andata avanti e su quelle macerie sono sorte nuove abitazioni, nuove scuole e nuovi importanti edifici, ma anche altro: le problematiche già ben radicate nel nostro meridione si sono intensificate sempre di più, inserendosi in modo permanente nel nostro tessuto sociale.
In realtà, non sono bastati trent’anni per dimenticare una sola notte.
Nei borghi abbandonati, nei cosiddetti paesi-fantasmi (oggi attrazioni turistiche per nostalgici e curiosi) riusciamo quasi a sentire le lacrime e le urla strozzate dalla paura e,come in una vecchia pellicola in bianco e nero, appaiono nitidi i ricordi di una serena domenica autunnale, finita in pochi minuti, per sempre.
Il nostro pensiero, oggi, non va solo ai tanti che quel drammatico 23 novembre 1980 persero un pezzo della propria esistenza, ma va anche agli amici abruzzesi, ai quali auguriamo di poter dimenticare il giorno in cui tutta l’Italia pianse L’Aquila, molto prima di noi.
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