Condannato il 25enne che alla guida ubriaco e drogato causò morte di Armando Petrillo
| di Redazionedi Pasquale Sorrentino
Due anni e otto mesi di reclusione e la revoca della patente: questa la condanna comminata in Tribunale a Novara, dal giudice, Maria Amoruso, ad Antonio Marotta, oggi 25 anni, di Borgomanero, per aver causato la morte, a soli 23 anni, Armando Petrillo, di Cureggio, che trasportava nella sua auto, al culmine di una tremenda uscita di strada ad alta velocità e con l’aggravante di essersi messo alla guida sotto l’effetto di alcool e sostanze stupefacenti.
L’amaro in bocca per i familiari
Il Pubblico Ministero della Procura novarese, Silvia Baglivo, titolare del relativo procedimento penale per omicidio stradale aggravato, aveva chiesto nove anni, ma l’imputato ha beneficiato di alcune attenuanti e soprattutto della riduzione di un terzo previsto dal rito abbreviato richiesto, e si è così arrivati ad una pena che lascia non poco amaro in bocca ai familiari della vittima, anche in considerazione della gravissima e irresponsabile condotta tenuta dal venticinquenne.
I congiunti del giovane, che era originario e aveva vissuto a lungo a Sassano, nel Salernitano, per essere assistiti, attraverso il consulente legale Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e si è dovuta intentare anche una causa civile, tuttora pendente, nei confronti della compagnia di assicurazione del veicolo, Allianz, che li ha risarciti soltanto parzialmente.
La vicenda
La tragedia si è consumata nella notte del 10 febbraio 2019, alle 2.40 circa, nello stessa Borgomanero: Marotta stava procedendo in via Santa Cristinetta, in direzione Oleggio Castello, alla guida di una Ford Fiesta dove, sul sedile del passeggero anteriore, si trovava appunto Armando Petrillo, quando, giunto all’altezza dell’intersezione con la rotatoria di via Arona, ha perso il controllo della sua vettura. Una sbandata dovuta alla velocità eccessiva con cui il conducente ha affrontato il rondò, stimata in almeno cento km/h, e anche al suo stato alterato: è risultato ampiamente positivo sia all’alcool test, con un tasso alcolico di 2,08 g/l, contro il limite di 0,5, sia agli esami per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento alla cocaina.
La fuoriuscita di strada è stata rovinosa: la macchina ha urtato il cordolo del marciapiede, è andata diritta contro il muro di cinta ed il cancello pedonale di un’abitazione, per poi invadere la corsia opposta e finire la sua folle corsa capottata in mezzo alla strada. Una carambola terribile che non ha lasciato scampo al povero e incolpevole Armando, deceduto praticamente sul colpo a causa delle gravi e devastanti ferite riportate. Marotta, che invece si è salvato, è stato subito indagato, al termine delle indagini preliminari ne è stato chiesto il rinvio a giudizio e si è dunque arrivati all’udienza di giovedì al termine della quale è stata pronunciata la sentenza di condanna.
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