Confesercenti: «Vaccinazione lenta, fine crisi lontana»
| di RedazioneVaccinazione lenta, sacrifici di ristoratori e attività, divario tra i piccoli imprenditori e i grandi marchi, economia al collasso, fine della crisi sanitaria sempre più lontana. E’ il quadro denunciato da Confesercenti Salerno.
«Quello che lamentiamo – dichiara il presidente provinciale della Confesercenti Salerno Raffaele Esposito – è questo eterno clima di incertezza e di mancato coinvolgimento nelle scelte, probabilmente giuste e doverose perché siamo tutti impegnati nella sfida al covid19, che entrano nella mente dei nostri esercenti ed imprenditoriali in maniera sempre più cruda e violenta lasciando inevitabilmente al tessuto economico e sociale maggiore sfiducia ed incertezza. Una nuova stretta per la Campania, di nuovo “zona Arancione” un film purtroppo già visto che segue l’andamento sanitario e le nuove varianti della Pandemia. Inevitabili le polemiche, giuste, sacrosante degli imprenditori, specie della ristorazione, che puntualmente tornano ad essere tra le categorie più colpite dai vari provvedimenti di limitazione via via introdotti dal governo».
«A questo – prosegue il presidente Esposito – si aggiunge la consapevolezza della lentezza nella somministrazione dei vaccini che, se è vero essere la vera arma contro la pandemia, risulta davvero mortificante. Ad un anno dalla pandemia si ha la sensazione di aver caricato, i sacrifici, oltre quelli sanitari, principalmente sui nostri “poveri” commercianti e i piccoli imprenditori già dilaniati dalla recessione pre-covid19. Crescono invece i guadagni dei marchi mondiali del food, che non hanno mai sentito particolarmente la crisi, così come altre poche categorie “elette” dove pure si assiste a piccoli assembramenti di certo meno controllati dei tavoli della nostra ristorazione italiana, ma anche i giganti del web, dell’e-commerce i nuovi, anzi i vecchi ed i futuri ricchi del pianeta, ai quali si dovrà trovare la giusta e proporzionale tassazione al pari dei nostri poveri esercenti italiani che sono alla soglia insopportabile del 54% di pressione fiscale».
«Piangono gli imprenditori del turismo montano, ai quali è andata la solidarietà di quelli del turismo balneare perché anche qui tra la scuola che potrebbe proseguire per tutto giugno e le continue chiusure dettate dalla pandemia, si potrebbe manifestare una vera e propria riduzione delle attività. Sarebbe un catastrofe se ad aprile – maggio non si avessero le idee chiare rispetto all’apertura della stagione turistica, alberghi, villaggi, campeggi e tutto il mondo dell’ospitalità e dell’ accoglienza aspettano con ansia di poter ripartire nel rispetto dei protocolli ma di ripartire, per non fallire per non spegnersi. Alle istituzioni, – conclude il presidente Esposito, – chiediamo attenzione e sostegno, attenzione nella gestione dei fondi del Recovery Plan, senza sprechi senza speculazioni nell’interesse esclusivo del Paese, delle famiglie e delle imprese, sostegno socio economico attraverso un piano che deve indennizzare rapidamente, non soltanto ristorare, chi ha perso tutto o quasi, chi ha perso la speranza, e di farlo presto perché i poveri aumentano, la fiducia cala, e le organizzazioni criminali sono alla finestra pronte a fare “ l’affare “ mentre qualche onesto imprenditore, lavoratore o padre di famiglia lentamente scivola verso lo sconforto trascinato dalla idea di non farcela».
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