Conte: «Sindaci possono chiudere piazze movida». Ma nel documento la norma è «ambigua»
| di Luigi Martinodi Luigi Martino
Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.
E’ quanto si legge nell’ultimo Dpcm del governo reso noto ieri, alle 21.30, dal premier Giuseppe Conte che ha rinviato la conferenza stampa almeno tre volte e l’ultima, probabilmente, per un ulteriore confronto con le Regioni prima della telefonata con le opposizioni. E proprio Conte, in riferimento a questa norma, si sarebbe confrontato con Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci (associazione nazionale comuni italiani).
Lo stesso Decaro è saltato sulla sedia quando ha sentito Conte dire nella conferenza stampa di ieri che sarebbero stati i sindaci a disporre le chiusure di strade e piazze dopo le 21 davanti a situazioni pericolose per i contagi. Il riferimento ai sindaci è quindi sparito dal testo, che è rimasto comunque confuso e peggio ambiguo.
Chi deve intervenire quindi per impedire l’accesso alle piazze della movida? Sulla base di quali dati oggettivi? Un sindaco di una grande città d’arte dice chiaro e tondo che «i sindaci sono incazzatissimi» per quella che definisce una misura «confusa e pericolosa». Non basta togliere il riferimento ai primi cittadini per toglier loro dalla testa che toccherà comunque ai sindaci gestire la patata bollente.
Ma la stessa reazione si registra un po’ ovunque.
L’ultimo Dpcm appare come una pezza per tappare un buco che – purtroppo – ancora fa acqua. In Campania le misure di De Luca – che ancora una volta anticipa il governo – sono molto più restrittive. E, lo stesso governatore, ha già anticipato che nel fine settimana di Halloween lo saranno ancora di più. De Luca, intervistato da Fazio pochi istanti prima della conferenza di Giuseppe Conte, aveva già espresso le sue perplessità in merito a questo specifico passaggio del Dpcm. «Dalle anticipazioni che mi sono arrivate nel dpcm del governo ci sono cose interessanti ma anche elementi di ambiguità. Una cosa che non mi convince, i sindaci possono vietare la mobilità nei quartieri più frequentati, mi sembra che siamo ancora in elementi di non chiarezza. Chi dice quali sono i quartieri più frequentati? Chi lo stabilisce?».
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