Continua la lotta all’inquinamento ambientale nella Piana del Sele: due aziende nei guai
| di RedazioneProsegue senza sosta l’attività a tutela dell’ambiente condotta dal nucleo carabinieri Forestale di Capaccio-Foce Sele in collaborazione con il personale del nucleo provinciale Guardie Ambientali dell’Accademia Kronos Salerno. Nell’ultimo intervento, realizzato nell’ambito del Protocollo d’intesa tra l’Arma dei carabinieri Forestali e l’Associazione Accademia Kronos odv, rinnovato lo scorso 17 maggio 2024, sono stati individuati gravi illeciti ambientali commessi da due aziende agricole dedite alla coltivazione di fiori e piante ornamentali nella piana del Sele.
I fatti contestati
I titolari delle aziende hanno depositato in modo incontrollato su suolo agricolo e sulla viabilità interna aziendale non solo scarti della lavorazione delle colture floricole, ma anche altri rifiuti classificabili come speciali pericolosi e non pericolosi. Tra questi, oli esausti, rifiuti plastici e ferrosi, rifiuti legnosi, inerti di origine edilizia, ceneri, imballaggi e materiale elettrico. Inoltre, sono stati rilevati piazzali e strade interne realizzati con rifiuti edili mescolati a materiali di scarificazione del manto stradale e terre di scavo.
Il sequestro
Durante l’attività ispettiva, i militari hanno scoperto un’altra area con rifiuti ferrosi, traversine ferroviarie, inerti e un capannone di circa 40 mq colmo di rifiuti plastici. A seguito di queste scoperte, i Carabinieri Forestali di Foce Sele e il personale tecnico dell’Accademia Kronos hanno identificato gli amministratori delle aziende e acquisito le prove necessarie per procedere al sequestro delle aree contaminate e del capannone, utilizzato come deposito di rifiuti senza alcuna autorizzazione.
Tre persone denunciata
In attesa di ulteriori documentazioni riguardanti le emissioni di fumi in atmosfera e lo smaltimento dei rifiuti, i militari hanno sequestrato superfici aziendali per complessivi 3000 mq. I tre amministratori delle aziende florovivaistiche sono stati denunciati a piede libero per danneggiamento e distruzione di bellezze naturali (Art. 734 CP) e per smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi su terreni agricoli (Art. 256 D.L.vo 152/2006), in quanto l’area risultava sottoposta a speciali forme di tutela ambientale.
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