Cook Awards, Silvia Chirico tra le finaliste della categoria «Donne del cibo»
| di Redazionedi Giangaetano Petrillo
I giurati sono al lavoro da settimane. Stanno scovando le storie più belle e originali legate al mondo del cibo. I Cook Awards edizione 2020, i riconoscimenti del Corriere della Sera dedicati ai protagonisti del food, tornano infatti con una formula in parte modificata — per l’emergenza sanitaria — ma ancor più focalizzati sull’obiettivo per il quale sono nati, quello di celebrare chi, attraverso la gastronomia, agisce sulla collettività.
Lo scopo di questa iniziativa è infatti mettere in prospettiva il cibo, insistere sull’idea che sia un mezzo per creare cultura e valore. E questo valore può manifestarsi in vari ambiti. Come lo scorso anno, dunque, i Cook Awards saranno suddivisi in cinque categorie; «Libri di cucina» selezionerà i volumi più interessanti del 2020 per la capacità di emozionare, divulgare e anche far cambiare abitudini alle persone; «Donne del cibo» metterà in luce quelle figure femminili che hanno trovato nel food uno spazio di potere e di creatività; «Chef novità dell’anno» individuerà quei cuochi che si sono distinti per una cucina particolarmente buona o per un’idea innovativa di gestione del ristorante; «Food reporting» scoverà nel mondo dei media i servizi più interessanti sia in termini di informazione che di format; «Recovery project» prenderà il posto della categoria «Progetto sostenibile». Nell’anno della pandemia, infatti, sembrava importante per l’organizzazione, andare a scoprire i tentativi di ripartenza, dai ristoranti pop up ai delivery, dai tutorial online alle iniziative per aiutare gli operatori sanitari e le persone in difficoltà.
Tra le finaliste per la categoria «Donne del cibo», c’è Silvia Chirico. Figlia di agricoltori e produttori campani, Silvia Chirico è riuscita a fare la sua «piccola» rivoluzione nell’azienda lattiero casearia di famiglia, la Tenuta Chirico, fondata agli inizi degli anni ‘70 ad Ascea Marina.
«Il forte legame alla tradizione campana non le ha impedito – si legge nella descrizione biografica sul sito del Corriere della Sera – di pensare a nuovi prodotti e la sua passione per il latte l’ha spinta a sperimentare nuove lavorazioni. Dopo il diploma di maestro assaggiatore Onaf, ha conseguito quello di alta formazione all’università del gelato di Bologna, e oggi, insieme ai formaggi, con il latte delle bufale allevate in azienda produce anche gelato. La sua passione l’ha portata a vincere il primo premio Gelato Day 2019, della mostra internazionale del gelato di Longarone, in provincia di Belluno, e attraverso la sua attività, promuove una rete di donne e imprenditrici Cilentane. Nelle ricette dei suoi gelati la parola d’ordine è biodiversità».
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La giuria è composta da esperti del settore italiani e internazionali — ci sono i vertici di Slow Food Carlo Petrini e Alice Waters, l’ex direttrice di Gourmet Ruth Reichl, il fondatore di Identità Golose Paolo Marchi, la chef stellata Antonia Klugmann, il filosofo Massimo Donà, il fondatore di Good Land Lucio Cavazzoni, l’editore Guido Tommasi, la direttrice editoriale di Phaidon Emilia Terragni, la food writer Anissa Helou, il giornalista e critico gastronomico Luca Iaccarino, le direttrici rispettivamente di Dispensa e di Cabana Magazine Martina Liverani e Martina Mondadori — e dai rappresentanti delle quattro aziende che sostengono i Cook Awards. Beniamino Garofalo per Santa Margherita Gruppo Vinicolo – che supporta la categoria «Chef novità dell’anno» -, Marella Levoni per Levoni – che sostiene il «Food reporting» -, Gian Luca Rana per Pastificio Rana – categoria «Recovery project» -, Carolina Vergnano per Caffè Vergnano – categoria «Donne del cibo».
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