Coronavirus, Confesercenti Salerno: «Turismo ad aprile situazione catastrofica»
| di Redazionedi An. Vu.
«Questa emergenza improvvisa ha messo in ginocchio il comparto, colpendo direttamente tutte le attività della ricettività e dei servizi turistici», dichiara il presidente provinciale della Confesercenti Salerno Raffaele Esposito. «Siamo passati dal boom dell’ “overtourism” vanto di tanti sindaci e territori della nostra meravigliosa provincia salernitana ad un possibile, e tutti ci auguriamo ovviamente di no, previsione di “zerotourism”».
Si fermano gli alberghi, i B&B, i villaggi turistici e i camping; gli stabilimenti balneari che al pari di tutte le altre realtà turistiche, sono già pronti ad investire per un piano post emergenza utile ad assicurare maggiore sicurezza ad ospiti e lavoratori, si valutano misure intelligenti di contrasto all’epidemia correlata alla distanza interpersonale, ma è comunque l’intero sistema di accoglienza che deve avere un piano concertato e condiviso altrimenti è inutile proporre soluzioni o presunte tali, per singole categorie. «Ricordiamo che il piano di emergenza nazionale proclamato il 31 gennaio scorso terminerà il 31 luglio e gli operatori dell’accoglienza hanno ancora oggi, a ben ragione, numerose questioni da sciogliere e chiedono di essere ascoltati per tempo. Sicurezza per lavoratori ed ospiti, copertura sanitaria garantita per il territorio e garanzia di liquidità sotto forma di indennizzo pari almeno al 30 % della media del fatturato dichiarato degli ultimi 3 anni nel caso in cui si dovesse restare forzatamente chiusi, queste le maggiori preoccupazioni in previsione di un lento ritorno alla normalità. Ma anche una ipotesi di volontà di chiusura prolungata aldilà della tempistica emergenziale perché l’incertezza oggi regna sovrana e se qualcuno dovesse ammalarsi in struttura o arrivare già positivo in alloggio quali e quante responsabilità si riverserebbero sulla testa dell’imprenditore? Queste sono soltanto alcune delle questioni che quotidianamente arrivano ai nostri uffici che mai come in questo periodo stanno favorendo le cosiddette fasi di ascolto».
Continua Esposito: «Trasposto, ospitalità, negozi, attività all’aria aperta ed altre realtà hanno la necessità di dialogare urgentemente per proporre, in un mondo che è già cambiato, valide alternative. Proprio per questo ribadiamo la nostra proposta ovvero quella di convocare in modalità smart working, presso l’assessorato al turismo, un tavolo di crisi regionale dedicato al comparto turistico e con le imprese al centro.
Svaniscono i ricavi anche per i servizi dei settori delle agenzie di viaggi, delle guide, degli Ncc, bus turistici. Per non parlare della crisi dei pubblici esercizi e dei ristoranti, che poteva essere parzialmente alleviata, in una minoranza dei casi, dalla vendita a domicilio con opportune misure di sicurezza, ma che il più delle volte vuol dire passare per le piattaforme delle grandi multinazionali e subire una ulteriore riduzione dei margini.
Il danno quantificato dalla nostra rete di assoturismo provinciale, rispetto agli stessi periodi passati è rilevante. Lo scorso anno la Pasqua non fu caratterizzata dal bel tempo e famiglie e coppie una gita fuori porta se la concessero comunque. Il dato provvisorio ci fotografa una perdita per tutto l’indotto per oltre 5 milioni di euro a livello provinciale». «Aprile e la primavera – prosegue il presidente Esposito – hanno sempre rappresentato, il serbatoio iniziale per le nostre imprese turistiche specie quelle a conduzione familiare».
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