Coronavirus, San Demetrio sui balconi: così Morigerati chiede protezione
| di Redazionedi Mar. Val.
Il piccolo paese del Basso Cilento si è svegliato affidandosi al suo santo protettore, San Demetrio Martire. Un messaggio sul telefonino e l’iniziativa è partita. Così, come avviene nei giorni della festa patronale, ad agosto e ad ottobre, Morigerati ha voluto replicare la tradizione ed ha esposto sui balconi e le finestre di ogni abitazione il drappo con la effigie per chiedere protezione. Il paese, poco meno di 300 anime nell’entroterra cilentano, risponde con la fede alla paura del Covid-19.
«Tutti noi ne abbiamo una in casa. – spiegano i cittadini di Morigerati – Facciamo comunità, uniamoci, seppure a distanza e preghiamo affinchè il nostro San Demetrio ci protegga da questa pandemia». Piazza Piano la Porta, via Roma, via Granatelli, ma anche piazza San Rocco e i vicoli del borgo, si sono colorati di azzurro e rosso con gli stendardi che riportano l’immagine del santo.
Qualcuno ricorda il racconto popolare che si tramanda da anni. A narrarlo è Teresa che ha sempre condiviso con il marito Giovanni, del Comitato Festa di San Demetrio, la passione per il patrono. «Ai tempi della guerra – dice – i soldati a cavallo, dopo aver distrutto gli altri paesi, arrivarono nei pressi di Morigerati, alla Luggetta. Truppe di soldati con a capo il comandante salivano verso il paese. Alla fine della salita vennero fermati da un cavaliere che gli impose di passare dritti e di dargli retta perché era lui il padrone del paese, prima di scomparire dalla loro vista. Il comandante incuriosito, arrivato in paese, chiese a delle persone chi comandasse in paese. Gli abitanti impauriti gli risposero: ‘nessuno, solo San Demetrio in chiesa‘. Si fece accompagnare in chiesa dai cittadini e con grande stupore riconobbe nella figura di San Demetrio il cavaliere che gli aveva ordinato di passare dritti. Un racconto – conclude Teresa – mi è stato tramandato da mia madre, che mi diceva che a sua volta le era stato raccontato dai tempi della guerra in poi».
In paese nessuno dimentica neanche la leggenda secondo cui intorno al XV secolo sulla vicina spiaggia di Villammare sia stata ritrovata una cassa contenente la statua a mezzobusto del santo. Nel tentativo di trasportarla nella chiesa poco distante dalla spiaggia, gli abitanti del posto si accorsero che la cassa era diventata troppo pesante. Anche alcuni pastori di Morigerati tentarono di sollevarla sorprendendosi che la cassa «aveva il peso di una piuma».
«Il santo aveva voluto scegliere il suo popolo e la sua sede, e divenne protettore di Morigerati. Una leggenda, certo, ma anche una prova di fede che si sposa bene alla storia antica e gloriosa di questo piccolo centro, che si può leggere chiaramente attraverso le testimonianze che gelosamente e orgogliosamente conserva», si legge nel libro di Angelo Guzzo “Il Golfo di Policastro”.
Intanto nel pomeriggio, alle 18:00 il parroco di Morigerati e Sicilì don Marco Nardozza ha trasmesso dal santuario della Madonna dei Martiri di Sicilì la preghiera Mariana del Santo Rosario. Lo ha fatto collegandosi via Facebook. «Chiediamo a Maria in questo momento di prova di essere testimoni luminosi di Speranza», ha detto don Marco. Come Morigerati, anche Vallo della Lucania si è affidata alla Madonna delle Grazie con il Vescovo Ciro Miniero, il sindaco Antonio Aloia e il parroco Don Aniello Adinolfi.
©Riproduzione riservata