Coronavirus, spiagge chiuse: da nord a sud ecco le idee
| di Luigi MartinoCon addosso ancora un senso di perdita per questi surreali ponti di primavera in un’Italia stretta nella morsa del lockdown, cresce la voglia della vacanza estiva agognata da tutti. Ma i dubbi sono ancora tanti e l’unica certezza sembra quella di non voler trascorrere le ore in spiaggia chiusi dentro all’ormai famoso box di plexiglass proposto da un’azienda come misura anticontagi. Mentre si attendono le decisioni del governo sulle riaperture, il mondo balneare, che da solo vanta un terzo dei 470 milioni di presenze turistiche in Italia, chiede regole comuni, ma anche adeguate alle tantissime tipologie di litorali presenti sui quasi ottomila chilometri di coste italiane. E comunque più di un gestore non dimentica il grandissimo sforzo fatto in questi mesi da medici e infermieri e lancia giornate gratis in spiaggia e “voucher per gli angeli” dedicati a chi ha lottato in prima linea il Covid-19.
IL VENETO ALL’AVANGUARDIA, PRENOTAZIONI E APPARTAMENTI IN SPIAGGIA – Redistribuzione degli spazi (con distanziamento degli ombrelloni, percorsi dedicati di accesso e attenzione a non creare promiscuità e assembramenti), sanificazione (non solo di bagni, docce e ambienti comuni ma anche di ombrelloni, sdraio e lettini), divieto di stazionamento e prenotazione e vendita da remoto di ingressi e servizi. Su questo lavorano i balneari veneti che, forti anche dell’ampiezza dell’arenile che in alcune zone si sviluppa su oltre 400 metri, lavorano anche alla creazione di spazi in spiaggia fino a 50 metri quadrati, una sorta di “appartamento” al sole a disposizione delle famiglie. E se le prenotazioni straniere crollano Caorle non molla: “Sarà un po’ come tornare agli anni ’60, con un turismo quasi esclusivamente italiano”.
EMILIA SOGNA LA RIPARTENZA E PORTA I LETTINI A DOMICILIO – Ombrelloni distanziati molto più di oggi, uno steward in ogni stabilimento per far mantenere le distanze e infine ristorazione direttamente sotto l’ombrellone e negli alberghi, in ogni camera o terrazza dove si può mangiare. Intanto due gestori di Rimini lanciano i lettini da spiaggia consegnati a domicilio per stare meglio in quarantena prendendo il sole sul terrazzo o in giardino e cominciare a sognare il mare.
IN LIGURIA BALNEARI AL LAVORO GIA’ DA 15 GIORNI – In Liguria pensare a un’estate senza mare è un film dell’orrore e già da metà aprile la Regione ha autorizzato i balneari a tornare ad allestire gli stabilimenti, segnale di speranza e atto di necessità, visto il peso che ha nel pil regionale il turismo balneare e visto che qui il mare prova sempre a “rubare” un po’ di spiaggia in più all’uomo .
IN CAMPANIA ALLO STUDIO NUMERO CHIUSO, TEMPERATURA E VARCHI – Rilevazione della temperatura e varchi nel Cilento ma anche numero chiuso e vigili tra i bagnanti in costiera amalfitana. A Maiori assicurano che “non ci saranno tratti di arenili incustoditi”. A Ischia si pensa a piattaforme galleggianti davanti alle spiagge, ‘isole’ per 2/3 persone dotate di lettini e riparate con un tetto di foglie.
NEL LAZIO SI PROPONGONO APP E BRACCIALETTO SONORO – Un’app che consente di scegliere uno stabilimento o spiaggia pubblica, attrezzature o anche solo una piazzola e scegliere il turno preferito e un braccialetto elettronico di gomma provvisto di sensori sonori che si attivano quando intercetta un altro braccialetto a una distanza predefinita. E’ la proposta del circolo Dem di Ostia.
IN PUGLIA SI PENSA A TAMPONE PER TURISTI E IL SALENTO APRE AD AUTISTICI – In attesa di conoscere cosa cambierà dopo il 4 maggio in Salento si aprono quattro bellissime spiagge alle persone affette da disturbo dello spettro autistico, da disturbi dell’attenzione e da disabilità intellettiva grave. Intanto il governatore pugliese Michele Emiliano pensa a fare tamponi a chi decide di passare le vacanze in Puglia per garantire tutti gli altri ospiti e spiega: “Abbiamo bisogno che le aziende balneari ci aiutino a fare controlli, a fare distanziamento e a gestire anche i tratti di spiaggia libera”.
FRIULI VENEZIA GIULIA CON BRACCIALETTI ALL’INGRESSO E AREE PERIMETRATE – Anche il Friuli Venezia Giulia prepara la fase 3 ipotizzando la riduzione della densità degli ombrelloni, accesso ai servizi tramite braccialetto fornito all’ingresso, aree perimetrate, prenotazione online e servizi sotto l’ombrellone.
LA SARDEGNA PENSA ANCHE A DIFENDERE LA SUA NATURA UNICA – Bollano come speculazione “idiota” i box di plexiglass (“dovrebbero provarli con il nostro maestrale a 40 nodi) e spiegano: “Bisogna sentire i virologi, che già hanno detto che aria aperta, acqua salata, sole e caldo dovrebbero fare la loro parte contro la proliferazione del Covid-19, e gli imprenditori, che già si trovano alle prese con una crisi senza precedenti, e non i filosofi”. Dall’isola arriva anche un altro appello: “Occhio all’ambiente. Le nostre spiagge non consentono camminamenti “sanificati” perché avrebbero un impatto devastante su un ecosistema già fragile”. C’è anche un imprenditore che propone il “voucher tampone-Covid-19”, un’offerta scontata su viaggio e permanenza nell’isola e il tampone qualche giorno prima dell’imbarco. La vera sfida però si giocherà sulle spiagge libere, che per molti sono una scelta obbligata per ragioni economiche. Qui le ipotesi in campo sono ancora di più dagli accessi a ‘numero chiuso’, ai controlli con droni e vigili tra i bagnanti. Ma ancora è tutto nella penna del legislatore e nei sogni di normalità e relax degli italiani.
©Riproduzione riservata