Coronavirus, tutto ciò che sappiamo sulla 26enne contagiata in Cilento
| di Luigi MartinoE’ di un comune del Cilento, Montano Antilia, ma risiede a Cremona, la donna originaria dell’Ucraina che era ricoverata in isolamento nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania che – in attesa del responso definitivo dell’ospedale Spallanzani di Roma cui è stato inviato il tampone già risultato positivo al Cotugno di Napoli – potrebbe essere affetta da coronavirus. Le sue condizioni di salute sono buone e stazionarie. La ragazza sta bene. Sulla propria pagina ufficiale Facebook, il sindaco del comune cilentano, Luciano Trivelli, ha comunicato ai cittadini di aver «posto in quarantena tutti coloro che sono entrati in contatto con la 26enne, a partire dalla famiglia che l’ha accompagnata in ospedale». La paziente è rientrata dalla Lombardia, dove risiede e lavora, lo scorso 15 febbraio per trascorrere qualche giorno di relax nella sua terra di origine. La sua abitazione non dista molto da Codogno, ritenuto uno dei maggiori focolai italiani del covid-19.
Dal Comune
Il sindaco di Montano Antilia Trivelli invita a «mantenere la calma» e ha informato i cittadini di aver messo in atto «tutte le misure utili a salvaguardare la salute non sono dei miei cittadini, ma anche quelli dei comuni limitrofi». «Da qualche giorno – racconta in un video il primo cittadino – nella frazione di Abatemarco è arrivata una ragazza che risiede in Lombardia, peraltro in un’area che non è stata definita ‘rossa’, per trascorrere qui un periodo di ferie. Da qualche giorno manifestava una sintomatologia caratterizzata da febbre anche alta – dice – ragione per la quale ieri sera (martedì ndr) la ragazza accompagnata dai genitori è andata in ospedale. E’ lì che, una volta ascoltata, i medici del presidio di Vallo della Lucania hanno messo in atto tutti gli atti necessari per accertare le cause. «Appena conoscerò i risultati provvederò a comunicarli» chiosa il primo cittadino.
Il trasferimento
Tute bianche anticontagio, mascherine a coprire interamente il viso, mani coperte da guanti, i sanitari del 118 sono arrivati dopo le 21 di mercoledì al presidio ospedaliero ‘San Luca’ di Vallo della Lucania per effettuare il trasferimento della 26enne risultata positiva al coronavirus ad un primo test eseguito nella città di Partenope. Ora, sempre in attesa dell’esito del secondo tampone dallo Spallanzani di Roma, il cosiddetto contro-test, l’ambulanza ad alto contenimento dell’associazione Humanitas ha accompagnato la ragazza all’ospedale Cotugno di Napoli scortata dalle volanti della polizia stradale.
La ricostruzione
Prima di raggiungere il Cilento, la giovane biologa avrebbe fatto scalo alla stazione di Bologna e poi a quella di Salerno. Escluso un eventuale contatto con gli operatori sanitari che l’hanno ricevuta quella mattina quando, accompagnata dai genitori, ha raggiunto l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania perchè avvertiva i primi sintomi. Chi vigila assicura che «saranno messe in quarantena tutte le persone che sono entrate in contatto con la 26enne». Alta l’attenzione rivolta ai familiari. La giovane ha anche una sorella. La biologa è stata interrogata dai medici che hanno ricostruito gli ultimi giorni e tutti i suoi spostamenti prima di essere ricoverata a Vallo della Lucania. Chi l’ha ascoltata ha voluto sapere con quali persone è entrata in contatto, quali locali ha frequentato e in quali luoghi pubblici è stata. Il faldone è stato inviato per conoscenza al ministero della Salute, all’Asl provinciale di Salerno, a quella regionale di Napoli e a tutti altri enti preposti al controllo e alla salvaguardia della salute pubblica.
Fidarsi di fonti ufficiali
Intanto sulle chat della nota app di messaggistica istantanea Whatsapp, rimbalzano audio e messaggi copia-incolla provenienti da fonti non accertate. Sui gruppi e in privato giungono file audio di presunte persone vicine alla contagiata. Ma non c’è nulla di certo. Le autorità sanitarie e di polizia invitano a non prendere in considerazione le comunicazione che provengono da fonti non sicure. «E’ necessario attenersi solo ed esclusivamente a comunicazioni provenienti da enti accreditati e da fonti istituzionali o sanitarie» specificano. Altri messaggi di testo inoltrati su centinaia di smartphone, collocherebbero la ragazza, nei giorni precedenti al ricovero, in luoghi specifici del Cilento e in attività commerciali o di ristorazione della zona. Anche queste sono notizie non sono certe. Le note audio Whatsapp e i messaggi di testo posso essere composti da chiunque.
Il nuovo piano
Dopo il primo contagio certo in Campania la Regione ha attuato un piano drastico riguardo alcuni luoghi sensibili come le scuole. Il governatore Vincenzo De Luca, con una nota firmata in serata, ha disposto, fino all’1 marzo 2020, la chiusura di tutte le scuole della Regione di ogni ordine e grado. Inoltre Campania, Umbria e Abruzzo, insieme a Molise, Sicilia, Lazio e la provincia autonoma di Bolzano hanno firmato l’ordinanza ‘modello’ messa a punto dal governo per coordinare le azioni nei territori fuori dall’area del contagio. Altre dovrebbero seguire in serata, come Calabria e Puglia, mentre la Basilicata dovrebbe adottare l’ordinanza già domani.
Altri presunti casi
Un altro probabile contagio potrebbe essere confermato nelle prossime ore in provincia di Caserta. Mercoledì pomeriggio il presidente De Luca ha incontrato tutti i sindaci della Campania a Napoli. Durante la conferenza il governatore si è un attimo allontanato per poi rientrare in aula e prendere di nuovo la parola affermando la presenza di due casi in Campania (uno certo, quello in Cilento, e uno da accertare, quello nel casertano). Poi la notizia, in un secondo momento, l’ha resa nota anche attraverso i social network.
«Ospedali vanno potenziati»
Sul caso è intervenuto anche Gianpiero Zinzi, consigliere regionale, che, in merito all’informativa firmata dal governatore sulle misure da adottare per fronteggiare l’emergenza, ha aggiunto: «Condividiamo la necessità, manifestata in aula dal presidente De Luca, di far fronte ad una eventuale emergenza Covid-19 anche in Campania potenziando l’organico di ospedali e strutture sanitarie. Una misura che deve passare anche per la valorizzazione di quei professionisti che in questi anni hanno prestato servizio in condizioni di precarietà. Occorre fare presto».
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