Così Domenico Funicello ha salvato la scalinata abbandonata ad Ortodonico
| di Antonio VuoloPer anni, a causa della sospensione dei lavori, in seguito ad un esposto ai carabinieri, la scalinata di collegamento tra la strada provinciale e la chiesa della Madonna delle Grazie, ad Ortodonico, è stata in abbandono totale, tra pietre, terra e detriti di vario genere, divenendo regno assoluto dei cinghiali.
Ma, oggi, grazie alla ferrea volontà di un cittadino, Domenico Funicello, la scala è tornata ad essere fruibile. L’uomo, infatti, dopo aver acquistato personalmente pali di castagno e tavole varie, si è messo all’opera e ha costruito una scala in legno, e domenica scorsa, in occasione della messa domenicale, i primi fedeli hanno potuto utilizzare la scalinata per scendere e salire dalla strada provinciale alla chiesa. La realizzazione della scala risale addirittura a dieci anni fa, in occasione dei lavori di sistemazione del piazzale antistante la chiesa della Madonna delle Grazie, a Ortodonico. Iniziò anche la costruzione di una scala in pietre e cemento, che avrebbe dovuto raccordare la strada provinciale con il piazzale, per facilitare i cittadini nel raggiungere la chiesa. Il professore Giuseppe Funicelli (Pinetto) con atto di generosità verso il paese nativo, aveva concesso una parte del terreno di sua proprietà per la realizzazione dell’opera, ma un esposto ai carabinieri di Perdifumo, competenti per territorio, fece bloccare i lavori, forse privi delle necessarie autorizzazioni.
“A parte qualche ulteriore lavoro di rifinitura, provvederò a giorni a dare l’impregnante per preservare il legno dalle intemperie, e qualche persona di buona volontà mi sta aiutando a ripulire la scala dai detriti, e ho chiesto al comune se è possibile ripulire il torrente attiguo, completamente intasato, e il terreno circostante dalle erbacce e dalle spine – commenta Domenico Funicello – Spero che in occasione della festa della Madonna delle Grazie sia tutto ripulito e che sempre più gente possa usufruire di questa opera utile e pratica”.
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