Così i Comuni costieri del Cilento scaricavano le fogne in mare
| di RedazioneLa capitaneria di porto di Palinuro, guidata dal comandante Francesca Federica Del Re, e l’Arpac di Salerno, hanno posto sotto sequestro quattro impianti di depurazione. L’attività d’indagine, condotta con l’aiuto del procuratore capo Antonio Ricci, della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, ha permesso di accertare una serie di illeciti perpetrati in violazione delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari, i quali confluivano nei corpi idrici superficiali senza un adeguato trattamento di depurazione ovvero senza alcun pretrattamento, mediante linee recondite di bypass.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria, sono stati eseguiti i provvedimenti cautelari di sequestro con conseguente deferimento all’autorità giudiziaria di 9 persone iscritte nel registro degli indagati. Tra loro figura il sindaco di Camerota, l’ex sindaco Romano, l’architetto Coraggio e l’ingegnere Di Rosario.
Il blitz, partito nella mattinata di oggi, mercoledì, ha visto impegnati gli uomini della guardia costiera di Palinuro, di Agropoli e dell’aliquota di polizia giudiziaria della guardia costiera presso la procura della Repubblica di Vallo della Lucania, in un’operazione congiunta su tre comuni costieri del Cilento: Ascea, Camerota e Castellabate.
La complessa attività di controllo sui depuratori, con la collaborazione dell’Arpa Campania (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), ha portato ad accertare per gli impianti di depurazioni e annesse stazioni di sollevamento posti sotto sequestro, l’assenza di autorizzazioni allo scarico e l’inadeguatezza strutturale e funzionale.
Per tale motivo i depuratori sono risultati inidonei a garantire il rispetto dei limiti tabellari previsti dalla normativa vigente per il refluo immesso nelle matrici ambientali.
Analoghe attività investigative sono ancora in corso sull’intero territorio di giurisdizione della Procura di Vallo della Lucania.
©Riproduzione riservata