Covid, 3 positivi non residenti a Montecorice. E’ polemica
| di Redazionedi Antonio Vuolo
Terzo caso da Covid-19 nel territorio comunale di Montecorice. Anche in questo caso, come nei due precedenti, si tratta di un soggetto non residente, ma dimorante nel territorio cilentano. La persona positiva, una ragazza, è risultata positiva al rientro da un viaggio in Spagna. E’ stata sottoposta a tampone presso l’aeroporto di Capodichino, così come le altre tre persone (negative) che erano con lei, il fidanzato e un’altra coppia, ma comunque in isolamento fiduciario nella stessa abitazione della giovane. Tutti, compresa la giovane positiva, soggetti risultano essere in buona salute ed hanno comunicato di non aver avuto contatti con gli abitanti del luogo.
La notizia, tuttavia, non è piaciuta all’Amministrazione comunale che è pronta a far sentire la propria voce presso la task-force regionale da mesi in prima linea nelle attività di contrasto al Coronavirus. «Nulla contro i ragazzi, che ci auguriamo si riprendano presto» dice il vice sindaco Pasquale Tarallo. Che poi si interroga: «Come è possibile che queste persone si trovino qui e non presso le rispettive residenze? E’ già il secondo caso, così come nei due precedenti, che si verifica nel nostro territorio. Tra l’altro ci risulta che l’abitazione non è nemmeno di loro proprietà, ma di un conoscente».
L’amministratore cilentano solleva, quindi, un problema che potrebbe riproporsi anche nelle prossime settimane: «Bisogna evitare che queste persone raggiungano posti diversi rispetto alle loro residenze rischiando di mettere in difficoltà il nostro sistema di assistenza che, essendo un piccolo comune, non potrà mai essere come quello di una grande città – conclude Tarallo – Non è pensabile che tutto venga scaricato su di noi, tra l’altro senza nessuna informazione preventiva. Addirittura, i due precedenti casi li abbiamo saputi con quattro giorni di ritardo. Non c’è nessuna emergenza sul nostro territorio, però sicuramente questo sistema non funziona e va rivisto, altrimenti rischiamo di ritrovarci con più casi di importazione».
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