Covid, è saltato tutto. In Cilento famiglie bloccate in casa: «Non sappiamo cosa fare»
| di Luigi Martino«Voi lo sapete quanto io ami la mia terra, quanto sia legata ad essa, tanto da aver deciso di restare, nonostante le opportunità lavorative qui non siano quelle che offrono tanti altri posti. Lo sapete quanto amo raccontarvi ciò che di bello abbiamo qui..tanto, davvero tanto. Adesso però sono arrabbiata e voglio dar voce alla mia rabbia nella speranza che la situazione cambi per chi dopo di noi dovesse trovarsi a vivere la nostra condizione, perché nessuno è immune». A portare all’attenzione dei media la situazione che vivono tante persone positive a Covid-19 nel Cilento o in attesa di tampone, è una giovane blogger e avvocato. Luigia Scarpa ha un profilo instagram molto seguito. E mamma di Francesco e Giuseppe e questa mattina ha deciso di denunciare ciò che – anche attraverso le colonne di questo quotidiano – riportiamo da giorni.
«Avere il Covid attualmente nel Cilento è una vera e propria prova di resistenza psichica. Abbiamo effettuato l’ultimo tampone di controllo tutti e quattro il 7 gennaio. Com’è andata? Non lo sappiamo, perché dopo 4 giorni non abbiamo ancora il risultato. Ci sentiamo ostaggi dell’Asl. Non c’è nessun numero da chiamare, nessuno a cui chiedere spiegazioni, quelle che vorrei tanto essere in grado di dare ad un bambino di 3 anni che di giorno in giorno chiede “mamma, ma oggi possiamo uscire? siamo guariti?”». Nel Cilento, come in molte altre zone d’Italia, il tracciamento è completamente saltato. A questo va ad aggiungersi la mancanza di una riposta celere da parte dei centralini e il malfunzionamento di alcuni macchinari utili all’esaminazione dei tamponi.
«E chi lo sa! So solo che siamo rinchiusi in un appartamento dalla Vigilia di Natale, con due bambini di 3 anni e 5 mesi, ma a chi importa? – si chiede Luigia -. I tamponi ogni giorno sono milioni, il sistema è andato in tilt, l’Asl ha perso il controllo del tracciamento e bla bla bla. Mi verrebbe da fare una sola considerazione e cioè che il Covid nel Cilento è come la Giustizia, meglio non averci a che fare, mai. Mi piacerebbe che questo mio post arrivasse a qualcuno che ha la possibilità materiale di cambiarla questa situazione, perché non bisogna dimenticare mai che dietro ai numeri esagerati che ti fanno perdere nella mischia ci sono sempre le persone e le loro vite, quelle che vorremmo tanto tornare a vivere».
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