«Crac» Sapri calcio, è il giorno dell’udienza preliminare: in 11 rischiano processo
| di Marianna ValloneL’accusa è di associazione a delinquere. ll pm di Lagonegro, Vittorio Russo, ha chiesto il processo per l’evasione fiscale e le false fatturazioni al Sapri Calcio che vede imputate ancora undici persone per i reati risalenti al 2004 e al 2005. Mercoledi 27 aprile alle 9.00, nell’udienza preliminare fissata al tribunale di Lagonegro, il Gup deciderà se archiviare o rinviare a giudizio gli imputati Luciano De Geronimo (difeso dall’avvocato Giuseppe Agostini), Biagio Cataldo, Mansueto Persico, Antonio Trotta (avvocato Eduardo Limongi), Rosario Santillo, Carlo Santillo, Enrico Galatro (difeso dall’avvocato Franco Maldonato), Gianni Vani (avvocato Domenico Vani), Ciro De Geronimo (difeso dall’avvocato Valerio Spigarelli), Sergio Fortunato e Giovanni Filizola.
L’accusa è di associazione a delinquere, perché – secondo la procura – gli imputati si associavano tra loro al fine di commettere una serie di frodi fiscali attraverso la creazione di un sistema di «cartiere», ossia di ditte individuali e società utilizzate per la emissione di fatture per operazioni inesistenti (prestazioni di servizi e cessioni di beni non realmente effettuati) così da consentire ai destinatari delle fatture stesse di utilizzarle per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. In sostanza, le indagini avrebbero fatto emergere un giro illecito di fatture che avrebbe prodotto evasione per 8 milioni di euro.
Davanti al gup di Lagonegro sfileranno non solo alcuni dei dirigenti della squadra, ma anche amministratori delle società che sponsorizzavano i bianco azzurri. L’ipotesi della Procura di Lagonegro è che la società emetteva fatture con cifre superiori a quelle rispettivamente pagate dagli sponsor, in parte con assegni e bonifici, che venivano restituite alle società sponsorizzatrici. Per gli inquirenti dunque, si tratta di un meccanismo «sleale» con cui la società sportiva Sapri si finanziava, trattenendo per sé la parte delle imposte che sarebbero dovute confluire nelle casse dello Stato. E dall’altra parte, anche gli amministratori delle altre associazioni sportive coinvolte, evadevano le imposte aggirando le norme che prevedono agevolazioni di natura contabile e fiscale nel settore sportivo amatoriale. Non solo: al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, e di coprire l’evasione, alcuni degli imputati sono accusati di aver distrutto e comunque nascosto i documenti contabili, per non consentire la reale ed effettiva ricostruzione dei redditi e del volume d’affari. Cifre da 40 e 50 mila euro, tutte operazioni «oggettivamente inesistenti».
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