Cristina Pagliarulo, nuovi accertamenti: nel mirino anche la gravidanza interrotta prima del ricovero
| di Redazione
Sarà analizzato anche il recente stato di gravidanza di Cristina Pagliarulo, la 41enne di Giffoni Valle Piana deceduta il 6 marzo scorso all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, nell’ambito dell’inchiesta aperta per far luce sulle cause del decesso. La donna, poche settimane prima del ricovero, aveva interrotto una gravidanza presso l’ospedale di Battipaglia. Un elemento che potrebbe rivelarsi rilevante nelle indagini.
A chiedere ulteriori approfondimenti è il sostituto procuratore Ivana Nigro, che ha incaricato i consulenti nominati dalla Procura di valutare eventuali collegamenti tra l’interruzione della gravidanza e la morte della paziente. I primi esami effettuati durante il ricovero avevano rilevato livelli elevati di beta hcg, confermando un recente stato di gestazione.
I tre periti – il medico legale Nicola Maria Giorgio, l’anatomo patologo Antonio Mirabella e Adelmo Gubitosi, esperto in medicina d’urgenza – avranno inoltre il compito di accertare l’eventuale presenza di sostanze xenobiotiche nell’organismo della donna, ovvero composti chimici estranei che potrebbero aver contribuito al decesso.
Focus su procedure, diagnosi e assistenza
I consulenti dovranno anche esaminare la gestione clinica della donna durante la sua permanenza al Ruggi, dal 3 al 6 marzo. Saranno analizzati il codice di triage assegnato al suo arrivo, le modifiche successive, la decisione di trattenerla in pronto soccorso, l’intervento chirurgico eseguito il 5 marzo e la successiva degenza nel reparto di chirurgia. Verrà valutato se le scelte mediche siano state appropriate sotto il profilo diagnostico, terapeutico e assistenziale, oppure se vi siano state negligenze o violazioni dei protocolli.
Al momento sono sette i sanitari indagati, tutti in servizio presso l’ospedale Ruggi: due medici del pronto soccorso, un neurologo e quattro chirurghi – Mario Cicalese, Paola Esposito, Lorenza D’Amico, Francesca De Felice, Marcello Della Corte, Enrica Bisogno e Antonio Carrano. Difesi dagli avvocati Silverio Sica, Guglielmo Scarlato, Federico Conte e Antonio Boffa, hanno nominato propri consulenti di parte.
Durante l’autopsia, eseguita nei giorni scorsi, sono stati prelevati alcuni organi per gli esami istologici e tossicologici. Considerata la riesumazione del corpo e il possibile deterioramento dei tessuti, serviranno almeno novanta giorni per la consegna delle perizie. Il magistrato ha inoltre chiesto una ricostruzione dettagliata delle eventuali responsabilità individuali dei professionisti coinvolti, verificando se e come eventuali omissioni o errori abbiano determinato la morte di Cristina.
La tragedia ripresa in diretta TV
Il caso ha assunto rilievo nazionale anche a causa delle immagini trasmesse da “Fuori dal coro”, il programma televisivo che stava realizzando un’inchiesta sul pronto soccorso del Ruggi proprio nei giorni in cui Cristina è stata ricoverata. La donna si era presentata al pronto soccorso nella notte tra il 2 e il 3 marzo lamentando forti dolori addominali. Dopo aver ricevuto antidolorifici, era stata dimessa. Poche ore più tardi, però, era tornata in ospedale, con dolori ancora più intensi.
Una TAC addominale aveva rilevato una grave ischemia intestinale e un importante addensamento del mesentere. Secondo quanto denunciato dai familiari – rappresentati dall’avvocato Ciro Romano – nonostante la gravità del quadro clinico, Cristina sarebbe rimasta per ore su una barella prima di essere trasferita in sala operatoria.
Oggi la famiglia pretende giustizia e verità. Anche l’associazione Codici ha depositato un esposto in Procura per sollecitare un’indagine scrupolosa sull’intera vicenda. Intanto i carabinieri del Nas hanno acquisito tutta la documentazione clinica relativa ai due accessi in pronto soccorso e al successivo ricovero: Cristina è stata sottoposta a 13 prelievi ematici, 8 esami strumentali, 6 consulenze specialistiche e una trasfusione di sangue dopo l’intervento chirurgico, secondo quanto riportato nella relazione redatta dalla commissione interna dell’ospedale.
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