Criticità e disagi per la chiusura della Sp 269 tra Ascea capoluogo e Ceraso

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Criticità e disagi per la chiusura della Sp 269 tra Ascea capoluogo e Ceraso

La chiusura della S.P. 269 di collegamento tra Ascea Capoluogo e Ceraso continua a causare disagi ai cittadini residenti nelle frazioni di Terradura, Catona e Mandia, e nelle aree circostanti. A mettere in evidenza questa situazione critica è il gruppo consiliare di minoranza “Ascea in testa”, che ha recentemente inviato una nota pec al responsabile del settore viabilità della provincia di Salerno, sollecitando interventi per risolvere il problema.

La chiusura riguarda i “Lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla S.P. 269 tra Ascea e Ceraso – Interventi urgenti di protezione civile”.

«Dal cronoprogramma risulta che le attività avrebbero dovuto avere una durata di 24 settimane e, precisamente, di 168 giorni. Tuttavia, come evidenziato nella nota, trasmessa, per conoscenza, anche al presidente della provincia e al sindaco di Ascea, le lavorazioni sono interrotte, essendo stato sforato il termine di ultimazione fissato, in assenza dell’ufficializzazione di una proroga», spiega la minoranza.

«Desta preoccupazione il dato, rilevato dai consiglieri comunali, concernente l’approvazione di un nuovo quadro tecnico-economico, dal quale risulta che, per le vicende relative al “caro-materiali” derivanti dalla pandemia da “Covid-19”, la spesa ha subito una maggiorazione di € 254.437,93, attualmente non coperta e da reperire mediante la richiesta di finanziamento integrativo», evidenziano i consiglieri comunali, Pasquale D’Angiolillo, Luca Di Genio e Valentina Cammarano, che mettono in luce come la situazione comporti gravi difficoltà per la viabilità locale, impedendo il transito anche ai mezzi di emergenza e ai trasporti scolastici. Con l’imminente ripresa delle attività didattiche, la mancanza di una viabilità sicura è motivo di crescente preoccupazione per i residenti delle frazioni colpite.

«Il percorso “alternativo” che attualmente bypassa l’area inibita, costituito da un tracciato tortuoso (misto di terra battuta, materiale edilizio di risulta e cemento), realizzato dal comune a lavori iniziati, non sembra presentare i requisiti di stabilità e idoneità dettati dal codice della strada e dal relativo regolamento di esecuzione, non essendo neanche assistito da segnaletica (verticale e orizzontale) indicante il cantiere né la deviazione»m sottolineano nella nota, sollecitando l’immediata adozione di provvedimenti «tesi a garantire la ripresa e la definitiva conclusione dei lavori, onde assicurare alle comunità di Terradura, Catona e Mandia e delle aree limitrofe condizioni di sicurezza e accessibilità, ristabilendo un equilibrato ritmo di vita». Nel contempo, hanno chiesto di «conoscere e avere copia di eventuali ordinanze di differimento dei termini di chiusura della predetta S.P. 269, nel tratto interessato dalle lavorazioni, ordini di servizio per la riattivazione del cantiere, determine di affidamento dei lavori e di subappalto e ogni altro provvedimento, documento ed elaborato incidente sulla definizione del procedimento.

Uno dei punti più allarmanti sollevati dai consiglieri riguarda il “caro materiali” derivante dalla pandemia, che ha portato a un aumento dei costi di progetto di oltre 254.000 euro. Questa cifra non è attualmente coperta e necessiterà di un finanziamento integrativo, creando incertezze sul completamento delle opere».

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