Croce di bronzo per il maggiore dell’Esercito Ciro Aprea: fondamentale nella campagna vaccinale anti-Covid
| di Antonio VuoloIl maggiore campano Ciro Aprea ha ricevuto la croce di bronzo al merito dell’Esercito da parte del ministero della Difesa per aver contribuito ad elevare il lustro e il prestigio dell’Esercito Italiano e delle Forze Armate in campo nazionale ed internazionale.
Fondamentale è stato il suo supporto durante la campagna vaccinale anti-covid. Nelle vesti di di maggiore del corpo degli ingegneri dell’Esercito, è stato direttore tecnico dell’aeroporto di Pratica di Mare nell’ambito del contenimento e contrasto durante l’emergenza pandemica, che, come si legge nella motivazione, «gestiva con rara perizia, indiscussa competenza ed eccezionale spirito di sacrificio tutti gli aspetti relativi alla delicata e critica catena del freddo per la conservazione dei vaccini, contribuendo al successo della campagna vaccinale».
Ciro Aprea
Aprea, nato a Napoli nel 1962, laureato in Ingegneria, insegna presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno ed ha sempre svolto incarichi di rilievo nelle vesti di maggiore della della Riserva Selezionata del Corpo degli Ingegneri dell’Esercito Italiano.
Decisivo il contributo
Decisivo è stato il suo contributo durante il Covid lavorando fianco a fianco con il commissario straordinario Gennaro Figliuolo nella gestione dell’emergenza. E’ stato, infatti, direttore tecnico-operativo dell’hub nazionale vaccini di Pratica di Mare, con la responsabilità, tra l’altro, del mantenimento della “catena del freddo” dei vaccini. Nella qualità è direttore delle esecuzione di svariati contratti ed ha progettato, tra l’altro, il sistema di raffreddamento dei condensatori dei gruppi frigoriferi alloggiati all’interno dell’hub nazionale. Successivamente, è stato inserito nella Unità per il completamento delle campagna vaccinale sempre nella qualità di direttore tecnico-operativo dell’hub nazionale.
Le sue parole
«E’ stato un lavoro molto intenso, ma se oggi ci troviamo in queste condizioni il merito è proprio della campagna vaccinale» spiega il professore universitario campano, a conferma anche dell’importante ruolo svolto proprio da un’Università del Sud durante l’emergenza pandemica. «Neanche una dose di vaccino è andata perduta» aggiunge, fiero, il maggiore Aprea.
Attualmente, inoltre, è impegnato anche nell’ambito dei lavori, tra l’altro in fase di ultimazione, per il nuovo depositato nazionale dei vaccini 12 celle a -75°C e 6 celle a +30°C/- 30°C). «Nella fase di progettazione e costruzione delle nuove celle frigorifere di cui sarà dotato il nuovo deposito nazionale vaccini, dovrò recarmi presso il costruttore per seguire criticamente le fasi di progettazione e costruzione prima della spedizione verso il deposito nazionale dove seguirò tutte le fasi di collaudo per ciascuna cella frigorifera» conclude l’ingegnere Aprea.
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