Da Lentiscosa all’Orchestra Scarlatti di Napoli, una vita per i giovani e la musica
| di Redazionedi Gaetano Russo*
Fin dalla sua nascita nel 1993 la Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli, di cui sono fondatore e direttore artistico, ha sempre concepito la grande musica come un bene comune da condividere con tutti; ed è con questo spirito (dopo aver realizzato negli anni una intensa attività a Napoli, in Campania, in Italia e all’Estero) che a partire dall’autunno del 2014 la NOS ha lanciato il progetto di una vera e propria Comunità delle Orchestre Scarlatti, creando l’Orchestra Scarlatti Junior per ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 20 anni, la Scarlatti Young, per strumentisti over 18, e la Scarlatti per Tutti aperta ai musicisti amatoriali di ogni età e provenienza. Il giovane cuore pulsante di questa Comunità musicale, una realtà a tutt’oggi unica nel suo genere in Italia, è senz’altro la Scarlatti Junior, una realtà in continua crescita composta al momento da oltre 130 elementi: un’occasione unica di crescita umana e di formazione artistica e professionale per tanti giovani del nostro territorio.
Tutte le ragioni del nostro impegno, non solo artistico, sono confluite e si sono manifestate al meglio nel tradizionale Concerto di Natale della Camera dei Deputati che la Scarlatti Junior ha tenuto a Roma a Montecitorio il 9 dicembre scorso, sotto la mia direzione (trasmesso in diretta da RAI 5 e poi in differita da RAI 3).
Si è trattato di un vero e proprio concerto sinfonico dal programma ricco e impegnativo che ha visto i ragazzi della Junior esprimersi al meglio. Dopo l’introduttivo Inno di Mameli (con la significativa partecipazione del Coro del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, prestigioso Conservatorio dove ho insegnato per 30 anni), l’OSJ si è cimentata in una prova di virtuosismo che farebbe impallidire anche un’orchestra di veterani: l’esecuzione senza direttore, con la sola guida del Primo Violino (Chiara Rollini) della Farandole, vigorosa e trascinante danza provenzale dalle musiche per l’Arlesiana di George Bizet. Ai primi calorosi applausi del pubblico che affollava gli scranni di Montecitorio insieme ai rappresentanti delle Istituzioni e della politica, hanno fatto seguito un momento di dolcezza natalizia con Pied-en-l’air, delicata evocazione rinascimentale dalla Capriol Suiteper archi del compositore inglese di primo ‘900 Peter Warlock, e poi un’altra grande prova d’orchestra: Vårsång, ‘Canto di Primavera’, poema sinfonico del finlandese Jean Sibelius che a cavallo tra ‘800 e ‘900 ha saputo innestare sulla tradizione romantica i colori profondi e gli ampi orizzonti della sua terra nordica. Un’onda crescente di energia si è man mano trasmessa dal mio gesto all’intera orchestra, fino al grandioso finale sottolineato da un suono di campane e poi da nuovi lunghi applausi per una performance davvero rara per un’orchestra giovanile.
Dopo questo momento clou, ho coinvolto i ragazzi della Junior in un gioco musicale che negli anni dell’avanguardia (a cui anch’io ho partecipato in prima linea) si sarebbe detto di ‘alea controllata’: i giovani strumentisti hanno improvvisato, ciascuno a suo modo e tutti insieme, una serie di sequenze sonore diverse, sulla base di precise indicazioni di ritmo, intensità ecc., che io davo dal podio di volta in volta. Un momento di libertà ‘collettiva’ guidata da regole, e anche di ‘cooperazione creativa’ con il pubblico, nel cui ascolto si ‘componeva’ alla fine questo Improvviso orchestrale. A questo gioco ricco di significati ha fatto seguito un brano a me molto caro (facilmente immaginabile il perché) un omaggio a Ennio Morricone, con la sua celebre Here’s to You, dalla colonna sonora del film Sacco e Vanzetti del 1971. Morricone – straordinario rifacitore degli stili più diversi dal barocco al pop – ricostruisce perfettamente il clima di una ballad americana, e la nostra inedita versione strumentale ha ricondotto il brano all’essenza di un canto al ritmo ostinato di marcia che ha coinvolto man mano l’Orchestra e anche le voci delle ragazze e dei ragazzi: una sorta di corteo sonoro che irrompe sulla scena e poi si allontana, un inno laico di libertà e fratellanza. Dopo Morricone, un omaggio a un grande napoletano, Roberto De Simone, con il suo allegro Coro del soldati dalla Gatta Cenerentola, la coloratissima favola musicale (tratta all’omonima fiaba de Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile) che lo ha reso celebre nel mondo (e da cui nel 2006 il Maestro in persona ha tratto una Suite strumentale proprio su invito della Nuova Orchestra Scarlatti); ancora De Simone poi, geniale reinventore della tradizione musicale popolare partenopea, con la sua delicata versione della Canzone del pescatore, antico idillio marino intonato per l’occasione da Laura Paolillo e Naomi Rivieccio (talento poliedrico quest’ultima, che spazia dal lirico al pop ed è nota al grande pubblico anche come finalista dell’edizione 2018 di X Factor).
Naomi è stata poi protagonista con la Junior di una versione modernissima di Cicerenella (realizzata per noi da Luigi De Filippi): quasi un ‘rap’ sul trascinante crescendo dell’orchestra. Ancora un po’ di Napoli, ma con lo sguardo oltreoceano, con Don Duke, brano composto espressamente per la Scarlatti Junior da Bruno Persico, musicista partenopeo che si muove con versatilità tra classico e jazz (e che è anche uno dei molti validi maestri che collaborano alle attività della Junior). Don Duke è un omaggio pieno di ritmo e di colori al ‘jazz sinfonico’ di Duke Ellington: a un certo punto la celebre In a sentimental mood è risuonata quasi identica a Munasterio ‘e Santa Chiara (a ricordarci che la nostra è da sempre terra di incontri felici tra culture diverse).
Di nuovo appalusi entusiasti e poi gran finale, con il Coro del Conservatorio di Santa Cecilia che si è unito di nuovo all’Orchestra per intonare l’Inno alla Gioia dalla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, il sogno di libertà e fraternità universale di una grande anima solitaria in cui l’Europa Unita riconosce oggi il suo Inno: la giusta conclusione per un momento importante, coronamento dell’impegno collettivo di ragazzi, docenti, musicisti uniti a esprimere tutti i valori di arte, cultura, socialità che possono fiorire dentro un’Orchestra come la Scarlatti Junior.
Mio coinvolgimento personale
Per me figlio di Lentiscosa, Camerotano e Cilentano, luoghi che certamente sin da bambino hanno dettato in me, come in tanti delle nostre parti, la voglia di esprimere al mondo intero il bisogno di affermare le umili origini unitamente alla chiara volontà di contribuire alla crescita morale, culturale (ed anche economica) della propria comunità – quella del proprio e amato paese, ma anche quella della propria regione e dell’intera nazione – ebbene, per me ritrovarsi a Roma, a Montecitorio, alla presenza di Presidenti, Ministri, Parlamentari e tanto pubblico, alla testa di un’Orchestra di circa cento giovani (il futuro di una Nazione) per il tradizionale Concerto di Natale alla Camera dei Deputati – luogo simbolo della democrazia della nostra Italia (anche e soprattutto in una fase così critica della politica) – è stato un momento di emozione forte e vera, in cui ho sentito concentrarsi tutta la passione per gli ideali civili e umani, e tutte le aspirazioni della mia vita di musicista, e anche semplicemente di uomo e di cittadino: l’occasione per esprimerle a tutti, presenti in sala e pubblico in tv, attraverso la musica, (più volte mentre dirigevo ho immaginato mio padre vicino a me …).
Passioni e aspirazioni che ho sentito vibrare in perfetta consonanza con gli sforzi e gli impegni di un’intera comunità unita nel segno della musica, quella delle Orchestre Scarlatti, di cui l’Orchestra Scarlatti Junior è il cuore pulsante rivolto al futuro.
Le ragazze e i ragazzi dell’OSJ non solo hanno conquistato il pubblico suonando Bizet, Sibelius, Beethoven e tanto altro con tutto lo slancio dei loro anni e con lo stile di autentici professionisti, essi hanno anche dato viva prova di quanta armonia e bellezza possa scaturire da una comunità unita – come un’Orchestra – nel rispetto delle norme, nella cura e nell’ascolto reciproco: le regole auree della musica, certo, ma anche – ne sono convinto – i valori di fondo per un’esistenza positiva e per una buona società. I valori che io ho attinto dalla mia terra difficile, che ho appreso ragazzo da mio padre e della mia famiglia, e che mi hanno guidato sempre e sempre ho cercato di diffondere nella mia ormai lunga vicenda di artista, insegnante, organizzatore culturale; (i motivi per i quali qualche hanno fa il Comune di Napoli mi ha voluto consegnare pubblicamente una medaglia di riconoscimento).
Continuo a coltivare fortemente alcuni desideri: che un’esperienza come quella della Scarlatti Junior e dell’intera Comunità Scarlatti possa stimolare analoghe iniziative di aggregazione artistica, culturale, sociale sul nostro territorio nazionale; e pare che ciò già stia avvenendo, considerati i tanti apprezzamenti e segnali che continuano a giungerci dopo l’appuntamento di Montecitorio (che si aggiunge ad altri come quello della cerimonia di chiusura delle Universiadi 2019 a Napoli, con oltre 100.000 visualizzazioni sul web). Da viscerale Cilentano e Lentiscosano, lo sguardo rimane sempre rivolto al mio paese, nella speranza che qualcosa possa prima o poi spingere culturalmente verso una “buona strada”. Ho provato negli anni scorsi a dare un contributo: ai “Concerti per Lentiscosa” venivano in tanti, appositamente anche da altre regioni, ma…… Aggiungo con dispiacere che a settembre scorso ho portato a Lentiscosa e Camerota un concerto con 70 ragazzi dell’Orchestra Scarlatti Junior ai quali molti cari Lentiscosani (e Cori di Lentiscosa e Camerota) non hanno fatto mancare quella straordinaria accoglienza che ci caratterizza, ma oltre all’ospitalità di questi e alla forte presenza e al lavoro incessante dell’Assessore Vincenza Perazzo non ho potuto costatare altri significativi riscontri nella mia comunità di sempre. Resto del parere che solo la Cultura, quella vera, non gridata e non spettacolarizzata (la Musica ne è solo una delle espressioni), può portare a una migliore qualità della vita di qualsiasi comunità.
* Gaetano Russo è nato nel 1952 a Lentiscosa-Camerota, nel 1972 si diploma presso il Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, successivamente segue i corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Chigiana di Siena con Giuseppe Garbarino (clarinetto), Alain Meunier e Riccardo Brengola (musica da camera), nonché presso l’Academie d’Eté di Nizza con Walter Boychens.
Nel 1976 è vincitore del Primo Premio assoluto al Concorso Internazionale di Stresa.
Dopo alcuni anni di collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma e di intensa attività concertistica con il gruppo “Spettro Sonoro” di Roma per la musica contemporanea, nel 1979 vince il concorso di Primo Clarinetto dell’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, e, sempre a seguito di concorso, dall’ottobre del 1980 al 1992 è Primo Clarinetto solista dell’Orchestra Scarlatti della RAI-Radiotelevisione Italiana. Negli stessi anni collabora con varie altre orchestre come la Sinfonica della RAI di Roma, la Toscanini di Parma e l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia.
Ha tenuto concerti in veste di solista in tutta Italia e nei principali centri europei: Parigi, Berlino, Stoccolma, Barcellona, Nottingham, Lisbona, Budapest, Salisburgo, Ginevra, e altri ancora.
Ha registrato per la RAI gran parte del repertorio dedicato al clarinetto. E’ da sempre impegnato nella promozione e diffusione del repertorio contemporaneo; molte le sue esecuzioni solistiche in presenza degli autori: Goffredo Petrassi, Luciano Berio, Pierre Boulez, Franco Donatoni, Krzysztof Penderecki, ed altri.
È stato titolare di cattedra di Clarinetto presso i Conservatori di Foggia, Latina, Napoli e, per oltre trent’anni, presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
È fondatore e direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti, nata nel 1993 a seguito dello scioglimento dell’Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli.
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