Da tutta Europa al Cilento, 40 giovani scienziati a Paestum per la Eit Post-Harvest school
| di Marianna ValloneIl territorio Salernitano tra i leader europei dell’Agritech sostenibile. Quaranta giovani scienziati provenienti da tutta Europa sono a Paestum per la Scuola Autunnale organizzata da Eit Food, organizzazione dell’Unione Europea che si occupa di innovare il sistema cibo.
Il progetto Rural Hack è partner italiano della EIT Post-Harvest School, un programma di apprendimento organizzato da Eit Food, organizzazione dell’Unione Europea che si occupa di innovare il sistema cibo e che vede coinvolti oltre dieci partner internazionali. La scuola propone un affondo intensivo e pratico sui temi dell’agricoltura sostenibile e rigenerativa e del suo impatto sulle politiche di sviluppo dei territori e dei sistemi di produzione alimentare.
Il programma di apprendimento della Post-Harvest School è svolto in modalità ibrida: cominciato il 2 novembre con sessioni online dedicate ai temi delle tecnologie 4.0 per l’agrifood, Dieta Mediterranea, marketing per i produttori locali ed economia circolare nel foodsystem. La school ha una durata complessiva di 10 giorni e porterà i giovani scienziati a provare a rispondere a diverse sfide relative all’agricoltura sostenibile con il supporto di alcuni tra i migliori docenti europei di innovazione nel settore dell’agrifood e dello sviluppo del territorio. Proprio per dare agli studenti tutti gli strumenti necessari alla risoluzione della loro sfida è stata organizzata una visita in 7 aziende di 7 diversi paesi europei (Lituania, Portogallo, Austria, Ungheria, Spagna, Svezia e Italia); casi studio virtuosi che si sono distinti per innovazione tecnologica, agricoltura rigenerativa e sostenibilità ambientale. Per l’Italia è stata selezionata l’Azienda Agricola San Salvatore situata a Capaccio-Paestum a pochi passi dal noto Parco Archeologico.
Paestum accoglierà, da oggi, 40 giovani scienziati provenienti da tutta Europa. Al fine di esplicitare la connessione virtuosa tra azienda agricola e territorio e di inserire la visita all’interno di una cornice di senso coerente, si è deciso di cominciare la giornata al Parco Archeologico di Paestum e Velia, primo insediamento greco e radice prima della cultura mediterranea. Ad una visita al Museo ed al sito Archeologico di Paestum seguirà un tour ai vigneti ed alle cantine San Salvatore dove si terrà un pranzo a base di prodotti tipici cilentani con degustazione dei loro vini guidata da un sommelier esperto.
L’azienda Agricola San Salvatore è stata selezionata a seguito delle virtuose sperimentazioni a tema Agritech che conciliando le più moderne tecnologie 4.0 (sistemi di intelligenza artificiale, robotica ed Internet of Things) con un approccio sostenibile alle produzioni che rispetti il territorio e le persone che vi abitano. La pluripremiata azienda di Capaccio-Paestum è riuscita, infatti, in pochissimi anni a scalare le vette delle migliori produzioni vinicole di qualità, contribuendo a portare avanti il nome di Paestum nei più alti ambienti dell’enogastronomia mondiale.
Il comitato scientifico ha individuato nella figura di Giuseppe Pagano un esempio di imprenditore moderno, innovatore ma rispettoso del territorio e del Pianeta.
«L’agricoltura in Europa ha davanti a sé sfide ed opportunità molto importanti. – ha dichiarato Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza Italiana dell’Unione Europea- Molte di queste opportunità si possono cogliere attraverso il confronto e la collaborazione tra i giovani che oggi si dedicano a questo mestiere meraviglioso. Il territorio della Provincia di Salerno ed il Cilento offre alcune best practices a livello europeo proprio in materia agricola oltre ad essere la culla della dieta mediterranea ed è dunque molto tempestiva l’iniziativa di EIT/FOOD che si svolgerà in questi luoghi a partire dall’incredibile sito archeologico di Paestum».
«L’agricoltura è storicamente una delle principali risorse per la provincia di Salerno e oggi la nostra provincia si propone come un cantiere di innovazione proprio per questo settore, che identifica il territorio non solo dal punto di vista economico ma prima ancora dal punto di vista culturale. – ha aggiunto Alex Giordano, docente di Trasformazione Digitale dell’Università Federico II di Napoli e direttore scientifico del progetto Rural Hack – La provincia di Salerno si prepara all’innovazione in agricoltura con due nuove infrastrutture e con diverse progettualità. In particolare, il 2022 ha portato il nuovo Istituto Tecnico Superiore Te.La. che vede come capofila Confindustria Salerno che sarà dedicato all’agritech e che insieme con le imprese del territorio formerà nuove figure professionali specializzate nello smart agri-food, nella valorizzazione del Made in Italy e nell’innovazione sostenibile del sistema agroalimentare; la compartecipazione dell’Università di Salerno alla realizzazione del Centro Nazionale Agritech che avrà il coordinamento dell’Università di Napoli e che nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’agricoltura italiana più competitiva, resiliente e sostenibile».
Ha proseguito: «Queste occasioni di studio, ricerca, sperimentazione e formazione dovranno certamente avere una ricaduta importante per il territorio ma è vitale che si interconnettano con tutti i processi di ricerca e innovazione sull’agritech che sono in essere nel resto del mondo. Anche per questo siamo orgogliosi con il progetto Rural Hack di far parte del circuito internazionale di EIT Food,l’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia (EIT), organismo dell’Unione Europea creato per stimolare l’innovazione e l’imprenditorialità in tutta Europa e che nella giornata di sabato 5 novembre porterà 40 giovani scienziati e ricercatori da tutta Europa a visitare alcune imprese dell’agrifood system particolarmente innovative che appartengono alla nostra provincia. – e ha concluso – Continueremo a svolgere questo lavoro di connessione tra gli attori, le discipline e i territori affinché l’innovazione dell’agricoltura sia un concetto aperto alle applicazioni delle tecnologie ma anche a nuove intersezioni tra settori economico-sociali come il turismo e la cultura, mettendo a valore le nuove competenze prodotte e vivendo l’innovazione a tutela di ciò che ci contraddistingue come le produzioni di qualità e il nostro meraviglioso territorio che dobbiamo, per primo, tutelare e curare».
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