Dal Cilento a Lourdes, anziani e ammalati bloccati per ore dalla polizia francese: «Trattati senza rispetto»
| di RedazioneA pochi giorni dal dramma di Simon Gautier, il giovane escursionista che ha perso la vita nel Cilento, nei pressi del Pianolo di Ciolandrea, nel Comune di San Giovanni A Piro, una nuova vicenda unisce questa terra alla Francia. E’ la vicenda di una comitiva di anziani e ammalati in pellegrinaggio con l’autobus verso la meta religiosa di Lourdes. Appena sbarcati Oltralpe, i pellegrini sono stati fermati dalla polizia per un controllo. Purtroppo però le verifiche della polizia non si sono risolte nei tempi validi ad accertare la regolarità del mezzo e del viaggio, compatibilmente con la serenità e la sicurezza dei viaggiatori. Ma si sono protratti oltremodo, a parere di chi ha assistito «in maniera ingiustificata».
«Quello che turba – fa sapere Gerardo Caruccio, capogruppo del pellegrinaggio – non sono tanto le contestazioni che sono state mosse, a nostro avviso in maniera impropria, tant’è che sono già operative le procedure per dimostrare l’assoluta regolarità del trasporto, tenuto conto persino del fatto che il mezzo utilizzato era appena uscito dal controllo generale alla Evobus di Fisciano, e che si è trattato fondamentalmente di un refuso verificabile in pochi minuti, quanto il fatto che non si sia tenuto conto della delicatezza e sensibilità delle persone trasportate, costrette, dopo un lungo viaggio a rimanere ferme per oltre tre ore. Ricordiamo che tra quanti si recano abitualmente a Lourdes, come in questo caso, ci sono ammalati gravi. Tra i nostri ospiti c’erano persone con tumori, trapiantati e con altri problemi che è facile immaginare».
Una vicenda che ha lasciato perplessi in tanti tra i viaggiatori. Ci sono stati anche momenti di forte preoccupazione: «Il nostro personale ha vissuto momenti di forte apprensione se non persino agitazione. Se fosse accaduto un malore a qualcuno dei nostri viaggiatori, già in una condizione di forte fragilità, non osiamo immaginare poi cosa sarebbe potuto accadere. Sarebbe stato saggio mettere in sicurezza i passeggeri. Se lo si riteneva, avrebbero potuto anche chiederci di adoperarci per un mezzo sostitutivo o attivarsi per garantirlo fino al trasporto in albergo o in un autogrill. E invece, il fatto che dopo circa 3 ore e mezzo l’autobus è stato fatto ripartire è quanto basta per comprendere che non c’erano problematiche che giustificano un simile trattamento. In molte occasioni può capitare che si può essere anche destinatari di un verbale per una irregolarità, ma quali ragioni giustificano il mettere a rischio persone così vulnerabili?»
Alcuni viaggiatori hanno detto di essersi sentiti trattati «senza rispetto. Era più che evidente l’età avanzata di molte persone tra noi – hanno riferito – la polizia poteva fare tutti i controlli che riteneva, però magari anche provvedere a farci raggiungere l’albergo per poi continuare per tutto il tempo che ritenevano o accompagnarci al primo autogrill per farci rifocillare. E invece siamo rimasti in un’aria di sosta a Tolosa, dove c’era solo un bagno e neppure un bar o un luogo dove distendersi. Era più che evidente che stavamo in viaggio da tempo e che di certo in mezzo a noi non c’erano soggetti che potessero significare una minaccia. Come era evidente che quel trascorrere del tempo senza senso per noi rappresentava motivo di forte stress. Ma hanno ritenuto di comportarsi così».
«Il tempo trascorso – continua Gerardo Caruccio, capogruppo del pellegrinaggio – ha arrecato stress ai viaggiatori che si sarebbe potuto evitare se solo si fosse fatto ricorso alla gentilezza invece che al sospetto e a un eccesso di rigore se non proprio prepotenza. Atteggiamento a nostro avviso ancor più grave se si tiene conto del fatto che il comportamento degli agenti è diventato al limite dell’intrattabilità quando hanno avuto coscienza del fatto che il bus proveniva dal Sud dell’Italia. Aspetto che ci duole sottolineare ma che è stato finanche troppo evidente e che dispiace soprattutto alla luce dell’ospitalità che, invece, contrariamente, la nostra gente è abituata a riservare ai tanti francesi ospiti dei nostri amabili territori».
C’è anche chi pensa che non sia stato rispettato l’accordo sulla libera circolazione tra i Paesi dell’unione, tenuto conto del fatto che è bastata una presunta violazione amministrativa per tenere fermo un autobus, per quasi 4 ore. E’ evidente – viene sostenuto – che la polizia Francese abbia voluto dimostrare quanto tiene alla territorialità, anche di fronte a una palese occasione per dimostrare umanità.
L’intera vicenda è ora nelle mani dei legali mentre sono state attivate le comunicazioni con il ministero italiano competente, l’ambasciata italiana in Francia e il tribunale civile.
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