Dalla pianta al frantoio, a Pisciotta il percorso per l’extravergine di qualità
| di Marianna ValloneSi intitola “Dalla pianta al frantoio” l’iniziativa che si terrà oggi, lunedì, alle ore 18:00, al Palazzo baronale Landulfo di Rodio, frazione di Pisciotta. Le tecniche di molitura ma anche la raccolta delle olive, e non solo, saranno al centro dell’incontro che vedrà la presenza di Raffaele Sacchi, ordinario di Scienze e Tecnologie alimentari presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. L’iniziativa è promossa dall’associazione olivicoltori per la valorizzazione della cultivar “pisciottana”, un gruppo di olivicoltori di Pisciotta e delle frazioni, di San Mauro la Bruca e Centola, che unisce i territori e i produttori nei quali è presente la cultivar Pisciottana, pianta monumentale dalle caratteristiche ben precise.
Il progetto, partito circa due anni fa da un laboratorio di degustazione degli oli a Rodio, ha avuto varie tappe, e si pone come obiettivo la valorizzazione della cultivar Pisciottana per produrre un olio di alta qualità.
«Un problema complesso, che per essere risolto richiede che si lavori su più aspetti. – spiega Giovanni Marino, coordinatore dei produttori – Per quanto riguarda la raccolta delle olive, stiamo collaborando con il Dipartimento di Agraria della Università Federico II di Napoli con il professore Salvatore Faugno, docente di meccanica agraria, per un progetto di ricerca e realizzazione di un prototipo di macchina raccoglitrice scuotitrice più performante in condizioni “estreme” di pendenze dei suoli e di altezza delle piante».
Altro aspetto fondamentale è la potatura. «Le “tradizionali” tecniche di potatura in uso in zona vanno profondamente riviste e modificate per ottenere piante più produttive e predisposte alla raccolta meccanica da terra, sia manuale che con l’uso di macchine raccoglitrici», spiega Marino. «Abbiamo abbracciato la tecnica del vaso policonico, e in questo senso collaboriamo con la scuola nazionale di potatura dell’olivo, diretta da Giorgio Pannelli. Adottando questo tipo di potatura negli anni sarà possibile su piante più grandi si potrà favorire anche la raccolta meccanica».
Infine le tecniche di frantoio. Il progetto è, per questa prossima annualità, di piccole produzioni sperimentali, con la supervisione del professore Raffaele Sacchi, al quale è affidata, appunto, la supervisione generale del progetto di valorizzazione e in particolare la supervisione del processo di molitura delle olive. «Una produzione sperimentale di olii ottenuti da olive raccolte direttamente dalla pianta a diversi punti di invaiatura (maturazione) e in diversi luoghi geografici dell’areale di produzione della pisciottana. E presenteremo i campioni corredati dalle analisi, in una manifestazione pubblica, insieme al professore Sacchi e alla dottoressa Maria Luisa Ambrosino, agronoma, capo panel test del laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio di Napoli, per quanto riguarda lo studio del profilo sensoriale e organolettico degli olii ottenuti da olive della cultivar “pisciottana” raccolte direttamente dalla pianta e molite secondo le migliori tecnologie disponibili. – spiega Marino – Questo per dimostrare cosa si può ottenere dalle olive della cultivar pisciottana raccolta e molita come scienza consiglia».
Obiettivo finale: « Superando anacronistrici campanilismi, produttori di Pisciotta (frazioni di Rodio, Marina di Campagna e Caprioli), San Mauro la Bruca e Centola, vogliono costituire nel medio periodo un Consorzio di aziende dell’areale della “pisciottana” che segua tutto il processo produttivo sino alla commercializzazione del prodotto finito».
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