De Luca verso il ritorno a Salerno? Tutt’altro che scontato: bisogna ragionare con la sua testa

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De Luca verso il ritorno a Salerno? Tutt’altro che scontato: bisogna ragionare con la sua testa

Dopo lo stop della Consulta al terzo mandato, il governatore riflette. Sul tavolo anche un’ipotesi romana, il ruolo dei figli e la minaccia di una lista personale alle regionali

Dopo lo stop della Corte Costituzionale al terzo mandato per i presidenti di Regione, in Campania in molti danno per scontato il ritorno di Vincenzo De Luca a Palazzo di Città. Ma il rientro del governatore a Salerno, dove ha già lasciato un’impronta politica indelebile, non è affatto una certezza. Anzi.

Chi conosce De Luca sa bene che non è uomo da passi indietro. Con un consenso ancora forte e una struttura politica ben radicata, potrebbe guardare oltre la scena locale e puntare direttamente su Roma. Sul tavolo ci sarebbe un possibile scambio: voti in cambio di un ruolo nazionale. Dove e come resta da chiarire, ma una cosa è certa: De Luca non si accontenterebbe mai di una posizione marginale.

A Salerno, del resto, ha già il controllo. Il sindaco in carica, Enzo Napoli, è un suo fedelissimo, ora anche alla guida della Provincia, dove ha preso il posto di un altro uomo di fiducia: Franco Alfieri. Quest’ultimo, ex sindaco di Torchiara, Agropoli e Capaccio e consigliere regionale per l’agricoltura, è stato arrestato due volte nel giro di pochi mesi, in seguito a inchieste diverse. Ma il sistema deluchiano, nonostante tutto, regge.

In questo scenario si inserisce anche la variabile familiare. I figli di De Luca sono già attivamente impegnati in politica: Piero è deputato del Partito Democratico, mentre Roberto è consigliere comunale a Salerno. Il futuro, dunque, potrebbe passare anche per loro, in una logica dinastica che rafforza l’idea di un’eredità politica costruita nel tempo e ben distribuita.

Ma l’ipotesi Roma resta concreta, anche alla luce delle “armi” che De Luca potrebbe mettere sul tavolo delle trattative. Una su tutte: la minaccia di portare alle prossime regionali una lista con un proprio simbolo, fondando un soggetto politico autonomo, personale, riconoscibile. Una mossa che spaventerebbe più di un partito, soprattutto nel centrosinistra, dove i voti di De Luca contano eccome.

Il ritorno a Salerno, quindi, non è affatto scritto. È solo una delle opzioni. Forse la più comoda, la più rassicurante. Ma non per uno come lui. Perché per Vincenzo De Luca, da sempre, il potere non si conserva. Si conquista.

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