Delitto Vassallo: confermati gli arresti per Cagnazzo e altri indagati. Le motivazioni
| di Luigi MartinoNuovi sviluppi sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, avvenuto nel 2010 ad Acciaroli. Il Tribunale del Riesame ha confermato gli arresti per il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex pentito Romolo Ridosso, ritenuti coinvolti a vario titolo nel delitto. Le motivazioni della decisione sono contenute in un documento di 141 pagine che ribadisce l’attendibilità dei pentiti alla base dell’inchiesta.
Un delitto legato al traffico di droga
Secondo i giudici, Fabio Cagnazzo sarebbe stato direttamente interessato nell’omicidio di Vassallo per proteggere gli affari legati al traffico di droga sulla costa di Acciaroli. Nelle carte emerge un quadro inquietante: Vassallo avrebbe scoperto e denunciato tali attività, scatenando reazioni che avrebbero portato alla sua uccisione. Il Tribunale ha condiviso le valutazioni del gip di Salerno, pur non riconoscendo a Cagnazzo l’aggravante del metodo mafioso.
Le dichiarazioni dei pentiti
L’inchiesta è stata alimentata dalle dichiarazioni di Eugenio D’Atri, pentito della camorra di Somma Vesuviana. D’Atri ha raccontato di aver raccolto confidenze da Romolo Ridosso, che temeva di essere coinvolto e condannato per il delitto. Le sue testimonianze, corroborate da altri elementi, delineano un intreccio criminale che avrebbe visto Cagnazzo e Cioffi organizzare l’omicidio per tutelare il gruppo di narcotrafficanti legato a Cipriano e ai fratelli Palladino.
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Ridosso avrebbe ammesso di aver partecipato a un sopralluogo, sperando di entrare nel circuito del traffico di droga. Tuttavia, in seguito, avrebbe espresso risentimento verso D’Atri, accusandolo di tradimento per aver divulgato le sue confidenze agli inquirenti.
I dubbi sugli alibi
Le motivazioni del Riesame contestano l’alibi fornito da Valentina Reielli, che aveva dichiarato di aver visto Cagnazzo e i fratelli Palladino la sera dell’omicidio. I giudici ritengono che queste testimonianze non bastino a escludere il coinvolgimento del colonnello, sottolineando che lo stesso non ha saputo spiegare dove si trovasse in momenti cruciali. Inoltre, il Riesame evidenzia come Cagnazzo avrebbe orchestrato un tentativo di depistaggio, segno di una possibile premeditazione.
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Una cena che alimenta sospetti
Particolare attenzione è rivolta a una cena organizzata poche ore prima dell’omicidio. Inizialmente prevista in un altro ristorante, fu spostata all’ultimo momento. La Procura ha utilizzato Google Earth per ricostruire i movimenti di tutti i protagonisti, cercando di colmare i vuoti lasciati dalle dichiarazioni degli indagati.
Interessi e connessioni
Giuseppe Cipriano, considerato parte del gruppo Maurelli-Cafiero, è ritenuto direttamente coinvolto negli affari di droga. L’ex brigadiere Cioffi, invece, avrebbe avuto rapporti diretti con i narcotrafficanti, consolidando ulteriormente i sospetti su un’organizzazione criminale ben radicata.
Una verità che attende giustizia
L’omicidio di Angelo Vassallo resta un caso simbolo di lotta alla criminalità organizzata. La conferma degli arresti rappresenta un passo avanti nell’accertamento della verità, ma lascia aperte molte domande. Il lavoro della magistratura, coordinato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal vicario Luigi Alberto Cannavale, prosegue per fare piena luce su uno dei delitti più controversi della storia recente del Cilento.
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