Centola, Romano Speranza dichiara:”Usciamo dal Parco. E’ un ente inutile”
| di Luigi MartinoIl primo cittadino di Centola ci tiene a precisare:”Vista la totale incomprensione dei nostro problemi, più volti denunciati, penso che la soluzione più utile sia uscire fuori dal Parco. Ente, a questo punto, inutile”. Questa la dichiarazione senza mezzi termini di Speranza, che decide di rompere gli indugi e tirarsi fuori dall’area protetta più grande d’Italia, allungando la proposta al collega di Camerota, Domenico Bortone. L’ondata di piena del Mingardo ha creato molta agitazione il 15 giugno e, per fortuna, pochi danni ai turisti. Il sindaco, assieme alle forze dell’ordine, ha coordinato le operazioni di emergenza mettendo in sicurezza gli impianti.
L’amarezza più grande, condivisa in pieno dagli imprenditori cilentani, è che nulla si possa fare dopo il sequestro del 7 giugno della magistratura di Vallo della Lucania dell’area adiacente l’arco naturale. “Sto scrivendo alla Procura e al Prefetto. Non possiamo aspettare un altro disastro come a Sarno o Atrani. Non vogliamo piangere i morti per un assurdo ambientalismo”, dichiara Speranza. Poi continua ricordando la richiesta al Genio Civile di intervento per i detriti che facevano ingrossare il Mingardo:”Il Genio Civile mandò a fare un sopralluogo evidenziando il pericolo, poi partì la richiesta di pulizia del fiume, dopo di che, il silenzio. Non c’è dialogo tra gli enti e la situazione è paradossale”.
A questo punto interviene Emma Colombo, amministratrice del villaggio Arco Naturale, quindi adiacente al corso d’acqua, in pericolo giorni fa’:”L’anno scorso avevamo più del quadruplo di presenze; ora non ci danno la possibilità neanche di pulire la spiaggia”. A detta degli imprenditori il problema nasce dalla quantità di norme che governano il territorio. “L’area è soggetta ad una particolare preservazione, si tratta di un sito di interesse comunitario – spiega il presidente del Parco Amilcare Troiano – l’anno scorso abbiamo fatto sì che ci fossero delle deroghe per lo sviluppo delle attività presenti. Abbiamo invitato i sindaci a sedersi attorno a un tavolo ed a presentare delle progettazioni per una riqualificazione sostenibile”.
A seguito del danno economico subito, gli albergatori si dicono pronti ad intervenire per vie legali, anche attraverso una class action.
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