Diplomi falsi, indagini nelle scuole del Cilento: 19 indagati
| di RedazioneDiplomi falsi e con punteggi altissimi per lavorare come bidelli a Pistoia. Nei guai 19 collaboratori scolastici precari della Campania, dei quali una decina di Salerno, che hanno ottenuto un incarico a tempo determinato nelle scuole toscane dichiarando un diploma fasullo e gonfiato emesso da scuole paritarie campane compiacenti. Aperti fascicoli d’indagine per i reati di falso e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini, iniziate a fine 2018 dalla Procura di Pistoia, hanno fatto luce su gravi irregolarità nelle graduatorie di terza fascia del personale Ata nel Pistoiese per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020, bandite con decreto ministeriale numero 640 del Miur. I carabinieri hanno individuato alcuni istituti scolastici paritari della Campania, accertando che avevano rilasciato illegittimamente diplomi di qualifica professionali col massimo punteggio, consentendo così agli utilizzatori di scavalcare diverse posizioni in graduatoria. Le indagini hanno coinvolto, per gli accertamenti, scuole paritarie situate a Nocera Inferiore, Agropoli, San Marco di Castellabate, Nola e Santa Maria Capua Vetere.
Tra i 19 indagati ci sono anche bidelli che hanno presentato certificati di servizio irregolari che fanno riferimento a incarichi a tempo determinato mai prestati in istituti scolastici e per giunta non coperti dai contributi Inps. Si tratta del secondo scandalo in pochi mesi. A ottobre altri 20 bidelli salernitani erano finiti nei guai e indagati dalle Procure di Verona, Padova e Venezia, ovvero nelle province dove sono scattati i primi accertamenti. L’Ufficio scolastico della Campania ha collaborato negli ultimi mesi con le scuole del Pistoiese sulle segnalazioni di diplomi di qualifica sospetti. Uno scandalo senza fine.
Da gennaio 2019 ad oggi sono più di 47 i bidelli salernitani finiti nella rete dei controlli incrociati delle Procure di mezza Italia, dalla Toscana al Veneto passando per la Lombardia. Nel mirino collaboratori che avevano dichiarato diplomi di qualifica professionale triennale non regolari, talvolta contraffatti ed erogati da scuole non più parificate. Nel corso delle prime verifiche erano emerse una serie di irregolarità sulle dichiarazioni dei bidelli che riuscivano a ottenere supplenze senza averne titolo. Le segreterie prima venete poi toscane hanno così chiesto così informazioni al Provveditorato degli Salerno che, su disposizione della direzione generale dell’Ufficio scolastico campano, ha fornito chiarimenti decisivi. I bidelli avevano presentato diplomi mai conseguiti, nessuno dei collaboratori aveva sostenuto l’esame finale e le prove di Stato. Insomma il certificato di diploma era un falso. E talvolta recava nomi di presidi e funzionari di segreteria nei certificati sostitutivi.
Il Provveditorato di Salerno ha collaborato attivamente con le scuole e con gli inquirenti che adesso hanno elementi utili alle indagini. La maggior parte dei bidelli ha presentato un diploma emesso da una scuola fantasma, cioè una scuola che non ha mai avuto l’autorizzazione ad emettere titoli di scuola paritaria. I diplomi erano stati quindi riprodotti. Da gennaio scorso sono finiti nei guai molti bidelli che sono stati anche cancellati dalle graduatorie e hanno ricevuto la revoca delle supplenze. Le indagini partono dagli esposti dei presidi veneti che avevano allertato l’Ufficio scolastico regionale, guidato da Luisa Franzese. Da qui le verifiche amministrative che hanno consentito ai funzionari dell’amministrazione scolastica di individuare scuole che non avevano più l’autorizzazione ad emettere titoli di diploma.
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