Disastro maltempo, Capaccio in ginocchio: «Colpa della Regione, vergognatevi»

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Disastro maltempo, Capaccio in ginocchio: «Colpa della Regione, vergognatevi»

Tra i territori della provincia di Salerno maggiormenti colpiti dal maltempo di venerdì 30 gennaio, c’è anche Capaccio, dove si sono registrati forti  danni per l’esondazione del fiume Sele. Sradicati alberi e cartelli stradali divelti. Il Sele è esondato intorno alle 18 in località Ponte Diavolo e da lì a poco sono state evacuate decine di famiglie. Il fiume, che attraversa l’omonima piana, è tracimato in più punti in località ‘Brecciale’, ‘Trentalone’ e in via della Riforma, allagando numerose abitazioni e alcune aziende bufaline. «Esprimiamo, insieme alle famiglie ed ai titolari delle aziende agricole e zootecniche, rabbia, sgomento ed amarezza per l’ennesima tragedia annunciata per evitare la quale chi ha competenza e responsabilità diretta non ha fatto niente», ha spiegato la centrale operativa della protezione civile comunale di Capaccio con una nota stampa diramata nelle scorse ore. 

«La responsabilità è chiara e precisa – si legge – e va individuata nella regione Campania, nel comportamento omissivo e burocratico del Genio Civile, nei soliti signori del NO che annoverano gli ambientalisti di mestiere i vari apparati di parchi e riserve che impediscono ogni intervento sugli argini e per la manutenzione dell’alveo fluviale. Il Sele non ha più letto ed è stracolmo di piante e vegetali di ogni tipo e di materiale pietroso e sabbioso che non viene manutentato da circa 30anni». «Invitiamo la Prefettura ed il Governo, ed anche la Magistratura Penale e Contabile, – continuano – ad intervenire per accertare responsabilità ed attivare soluzioni immediate». 

«Siamo stati lasciati soli», si legge nella lettera inviata alla prefettura e ai vertici del Governo, dal sindaco di Capaccio, dal Comitato Hera Argiva, dal Consorzio di Bonifica Sinistra Sele , dal Consorzio di Bonifica Destra Sele e da Coldiretti Destra e Sinistra Sele: «Anche nell’emergenza siamo stati lasciati soli con i nostri volontari della Protezione Civile, liberi cittadini, le guardie Ecozoofile dell’associazione Fare Ambiente, il parroco di Gromola, la Croce Rosse sezione di Capaccio Paestum e un nucleo di Vigili del Fuoco  e tutti quelli che, amici e parenti dei cittadini colpiti, si sono prodigati da ieri sera e per tutta la notte nel mettere in sicurezza le persone».

Sono centinaia gli ettari di territorio devastato, strade, infrastrutture e reti gravemente danneggiati e non si sono avuti maggiori danni solo perché il reticolo idraulico e le idrovore a servizio del territorio, gestiti dai Consorzi di Bonifica, hanno retto e consentito il miglior deflusso delle acque  evitando così di appesantire il fenomeno. «Siamo, senza se e senza ma, a gridare con i nostri cittadini la nostra  rabbia, la protesta, la paura per i prossimi giorni e per il futuro – spiegano – Il comune di Capaccio chiederà il riconoscimento dello stato di calamità naturale ed avvierà ogni azione per dare il massimo sostegno ai propri cittadini ed alle imprese sospendendo e prorogando ogni tributo locale. Chiederemo collaborazione alle banche di credito locali per organizzare misure a sostegno. Alla Prefettura chiediamo di convocare immediatamente una conferenza dei servizi permanente al fine di sollecitare la Regione Campania ed il Genio Civile ad  intervenire per la messa in sicurezza del territorio e per il finanziamento dei progetti sugli argini. E’  fondamentale – concludono – che la Regione Campania, il Genio Civile, la burocrazia e la conservazione ambientalista ed integralista  comprendano che sono i massimi responsabili di questa ennesima tragedia alla quale ci viene spontaneo dire: Vergognatevi».

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