Il Cilento a pezzi tra frane, strade chiuse ed evacuazioni
| di Redazione
di Stefania Marino
Fragile. Un po’ malato. È il Cilento che frana. Colpa forse delle piogge incessanti e abbondanti delle ultime settimane che hanno come accelerato un dissesto idrogeologico reale, silente e spesso invisibile. Un fenomeno che mai come quest’anno è emerso in tutta la sua complessità. E così si sono visti enormi massi staccarsi dai costoni rocciosi, infiltrazioni di acqua spaccare le strade, famiglie costrette a lasciare le proprie case. Alle frane di Pisciotta e Perdifumo quest’anno si sono aggiunte quelle di altre località del territorio cilentano. Era l’alba del 25 febbraio scorso quando gli abitanti di Capizzo, frazione di Magliano Vetere, hanno udito un boato alle spalle dell’abitato. Fu un pastore il mattino seguente ad accorgersi che laggiù a pochi metri dell’abitazione c’era un enorme masso venuto giù dalla montagna. Un monolite alto circa 2 metri che secondo i tecnici della Difesa Suolo e della Protezione Civile della Provincia di Salerno ha percorso circa 500 metri saltando addirittura la rete paramassi prima di arrestare la sua corsa a poche centinaia di metri dall’abitato. Solo un altro salto e chissà cosa sarebbe accaduto.
Il sindaco Carmine d’Alessandro ha emesso due ordinanze, una di chiusura della strada provinciale, l’altra di evacuazione per 33 persone. Ci sono altri massi rimasti intrappolati nella vegetazione. Per gli abitanti di Capizzo però quella montagna più che un pericolo rappresenta un simbolo storico e religioso, parte integrante del loro vissuto quotidiano. Lassù c’è la cappella di San Mauro dove si va in processione l’11 luglio. In paese sussurrano: «Noi conviviamo con la caduta dei massi». Sarà per questo che sono state realizzate negli anni scorsi delle reti paramassi e sarà per questo che proprio per difendere la cappella del santo protettore quella montagna è stata «fasciata». «Ci sono stati due interventi costati circa 2 milioni di euro- dice il sindaco- ma non si poteva prevedere il distacco di un masso di quelle dimensioni».
La pratica della frana di Magliano Vetere qualche giorno fa è arrivata sul tavolo tecnico convocato dall’assessore Giovanni Romano. I primi interventi di somma urgenza sostenuti da Palazzo Sant’Agostino riguarderanno l’ispezione in roccia da parte di una squadra di esperti e la sistemazione della rete paramassi. Solo un po’ più in là la strada provinciale porta a Gorga, frazione di Stio. Il sindaco Pasquale Caroccia nonché consigliere provinciale parla di emergenza. «E’ un problema idraulico che va avanti da 50 anni, il centro abitato è costeggiato da due affluenti dell’Alento. Oggi in mezzo al paese c’è uno scalino di 15 centimetri, chi ce lo dice che l’abitato non scivoli a valle?».
Il comune di Stio ha già presentato in Regione Campania un progetto di consolidamento che prevede la regimentazione delle acque e la costruzione di briglie per bloccare l’erosione dell’Alento. Ad oggi il progetto di circa 5 milioni di euro non è stato finanziato. Mentre il paese mostra i segni del dissesto: spaccature delle strade, muretti sbriciolati, pareti lesionate. Una situazione che sta compromettendo anche il sistema viario provinciale. L’assessore Romano ha chiesto al Genio Civile «un intervento per mitigare l’immediato».
Allerta anche a Laureana Cilento dove un’area in frana di circa 10 metri quadrati ha costretto il sindaco Angelo Serra a firmare un’ordinanza di evacuazione per 2 nuclei familiari e ad Ispani nel Golfo di Policastro. Anche qui il 5 marzo scorso si è verificata una frana a monte della linea ferroviaria in località Torre Normanna. Entro la fine di marzo ci sarà un sopralluogo dei tecnici del Genio Civile.
fonte: corrieredelmezzogiorno.it
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