Dissesto idrogeologico: non è sempre colpa della pioggia!!!
| di Lucia CarielloSi torna a parlare di dissesto idrogeologico; si torna a parlare del dramma del Cilento, delle stallo infrastrutturale in cui è caduto, soprattutto in vista di una stagione turistica evidentemente pregiudicata da un’emergenza che chiaramente si protrarrà nel tempo.
La causa è attribuita alle piogge intense, al maltempo, a questo inverno particolarmente rigido, scomodando magari anche gli assetti climatici mondiali e l’effetto serra.
Purtroppo non è così.
Le alluvioni sono “figlie” di una gestione inadeguata del territorio, della mancanza di un attento monitoraggio, dalle ferite inferte al territorio per la realizzazione di insediamenti, spesso selvaggi e da infrastrutture spesso inutili o, peggio, inadeguate.
La protezione ambientale dipende da una corretta gestione del suolo e implica un’accurata conoscenza delle risorsa. Questa è una necessità impellente se consideriamo che gran parte del territorio cilentano mostra preoccupanti fenomeni di degrado.
Bisogna allora investire sul territorio comprendendo che la spesa per l’emergenza è almeno dieci volte superiore ai costi di una attenta prevenzione e troppo spesso, nell’emergenza come nella quotidianità, gli interventi sul suolo sono realizzati sulla base di progetti “fotocopia”, con indagini geologiche e geotecniche approssimative.
Opere che non tengono conto del territorio nel suo complesso, frutto del clientelismo elettorale e localistico, con finanziamenti a “pioggia” provenienti da ministeri ed enti diversi.
Basti pensare a quanto avviene con i fiumi che sono lasciati al quasi totale abbandono in carenza di normative che stabiliscano le competenze tra Regione, Provincia e Comuni ed a causa di veti ambientalisti ideologici che vietano la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini ed il prelievo di inerti, tutti elementi che nel tempo, in assenza di adeguata manutenzione, determinano pericolose esondazioni.
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