E’ caccia ai killer degli animali del Parco del Cilento, gli investigatori: «Sono messaggi in codice»
| di Luigi MartinoNel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano è caccia aperta ai «killer degli animali». Tre, per il momento, i casi accertati: in due settimane è stato ucciso un esemplare di lupo a Sanza, un cinghiale a Ottati e un cavallo a Monte San Giacomo. Gli inquirenti parlano di episodi isolati non collegati tra loro ma che hanno un dato in comune: «Sono tutti messaggi in codice». «C’è qualcuno che commette questi crimini per comunicare qualcosa», afferma chi indaga sui casi. Il 13 febbraio la carcassa di un lupo è stata rinvenuta in piazza XXIV Maggio a Sanza. Accanto al corpo c’era un biglietto intimidatorio rivolto ad un agente della forestale. È il primo messaggio, l’unico lasciato nero su bianco, all’indirizzo delle giubbe verdi rei, secondo i bracconieri, di avere costantemente il fiato sul collo dei cacciatori di frodo del Parco. Dieci giorni più tardi, il 23 febbraio, un cinghiale sgozzato è stato appeso ad un cartello stradale lungo la provinciale tra Ottati e Castelcivita. Vicino al corpo dell’animale penzolante non c’erano altri indizi, ma «il messaggio – sostengono gli investigatori – in questo caso è implicito ed è riferito al sovraffollamento della specie». I cinghiali negli ultimi tempi sono cresciuti in maniera esponenziale e si avvicinano sempre di più ai centri abitati distruggendo i campi coltivati e scagliandosi contro le persone. I carabinieri e la forestale non hanno fatto nemmeno in tempo a raccogliere le prove sufficienti per incastrare i responsabili, che la notte del 25 febbraio hanno dovuto fare i conti con un altro caso. A Monte San Giacomo un cavallo è stato abbattuto a colpi di fucile. Il grosso esemplare pascolava allo stato brado ed è stato ammazzato e lasciato in bella mostra proprio come avvenuto nei casi precedenti. Quest’ultimo, però, è il più difficile da risolvere per gli inquirenti. Dovranno cercare di capire le dinamiche che hanno portato all’uccisione del cavallo. Secondo chi indaga non è escluso che si possa trattare di un regolamento di conti o di una ripicca tra allevatori della zona.
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