Eboli, bambino sbranato da pitbull: chiesto processo per i proprietari del cane
| di Redazione
La morte del piccolo Francesco Pio D’Amaro, ucciso il 21 aprile scorso dai pitbull di proprietà dei suoi familiari, potrebbe portare a un processo per i due imputati, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo. I due, ex fidanzati originari di Battipaglia e residenti a Eboli, sono accusati di concorso in omicidio colposo per la morte del bambino di appena 13 mesi.
Il pubblico ministero Alessandro Di Vico ha richiesto il rinvio a giudizio dei due, proprietari dei cani Pablo e Totò, che secondo l’accusa sono responsabili per la tragedia a causa della loro negligenza nella custodia degli animali. La tragedia si è verificata nel giardino della casa degli imputati, in via Santorre di Santa Rosa a Eboli, a pochi passi dal mare.
Secondo il capo d’imputazione, Sabato e Fiorillo avrebbero affidato i due pitbull alla madre del bambino e agli zii, Giuseppe e Simone Santoro, ritenuti incapaci di gestire in sicurezza animali così pericolosi. La morte di Francesco Pio è avvenuta dopo un’aggressione improvvisa dei cani, che hanno provocato gravissime lesioni al bambino, tra cui fratture multiple, un trauma cranico-encefalico e gravi danni interni. Nonostante i tentativi dello zio di intervenire, il piccolo è deceduto sul colpo.
L’udienza preliminare, che dovrà stabilire se il rinvio a giudizio sarà accettato, sarà presieduta dal giudice Giovanni Rossi. Nel frattempo, le parti offese, il padre del bambino e la madre Paola Ferrentino, rappresentata dall’avvocato Vittorio Schettino, potranno decidere di costituirsi parte civile nel procedimento.
La Procura ha anche evidenziato che la pericolosità dei due pitbull non era sconosciuta, poiché un mese prima dell’incidente avevano già causato il ferimento mortale di un altro cane, il loro genitore. Questo precedente rende ancora più grave la responsabilità dei due imputati, che non avrebbero preso le dovute precauzioni per evitare che i cani causassero danni.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Daniele Olivieri e Alfonso Criscuolo. La decisione finale sul rinvio a giudizio arriverà nei prossimi giorni, ma il caso solleva importanti riflessioni sulla responsabilità dei proprietari di animali per gli atti di aggressione da parte dei loro cani, in particolare quando questi sono notoriamente pericolosi.
©Riproduzione riservata