Scattata l’operazione di messa in quarantena di Cosentino
| di Maria Antonia CoppolaLa decisione, dettata dal sottosegretario ormai accerchiato, di forzare la mano candidando Pasquale Giuliano e stracciando l’accordo tra berlusconiani e casiniani che prevedeva la candidatura dell’onorevole Zinzi, ha costretto quest’ultimo e Caldoro a rivolgersi alle alte sfere per chiedere di ripristinare l’ordine costituito. La preoccupazione già tangibile nelle ore precedenti, ha superato il livello di guardia quando Casini, da scaltro mestierante della politica, ha minacciato di allearsi addirittura con De Luca, etichettato appena due giorni prima da Ciriaco De Mita come uno “sceriffo”. A quel punto è scattata l’operazione di messa in quarantena di Cosentino. L’accordo con l’Udc è stato riconfermato e potrebbe essere ufficializzato già nelle prossime ore. A fare da supervisore della campagna elettorale di Caldoro, seguito come un’ombra dall’ex sindaco socialista di Napoli, Nello Polese, è stato chiamato l’ex socialista Cicchitto. Contestualmente è stato dato ampio mandato alla “ministra” Mara Carfagna, capolista a Napoli, la quale, per ora, farà da “garante” dell’applicazione del verbo pidiellino capitolino, per poi occupare, ad elezioni concluse, la poltrona del coordinamento regionale finora occupata dall’ex pupillo casalese di Berlusconi. Come in ogni partita di scacchi che si rispetti alla mossa dei romani è seguita una contromossa dei Nicola boys. Era passata appena qualche ora dalla purga capitolina, quando hanno fatto irruzione sulla scena Udeur, Mpa e Adc di Pionati, presentando un documento, firmato da Domenico Bove (Adc), Silvio Lavornia (Pdc), Angelo Brancaccio e Fabio Sgueglia (Udeur), Carmine Bevilacqua (Pri) ed Antony Acconcia (Mpa), che mirava a spaventare i colonnelli romani. “La scelta, nell’area del centro-destra, del candidato alla presidenza della Provincia, si legge, assume, giorno dopo giorno, connotati gravi e preoccupanti. Non solo la definizione di un programma serio e credibile è passata in secondo piano, ma Pdl e Udc litigano fra loro, creando una imbarazzante situazione di stallo, senza preoccuparsi minimamente di aprire un confronto anche con gli altri partiti della coalizione, di cui si immaginano, evidentemente, un ruolo ornamentale e l’adesione acritica a qualunque scelta compiuta”. “Al contrario, è scritto ancora, se non vi è dubbio che l’esigenza di rispettare intese e accordi di livello nazionale troverà disponibili i partiti sottoscrittori del presente documento, è altrettanto indubbio che nel caso in cui, invece, dovesse prevalere una logica territoriale nel vaglio delle candidature, essi rivendicano con estrema determinazione il diritto di concorrere, con pari dignità, alla scelta di chi rappresenterà il centro-destra alle prossime elezioni provinciali”. Un miscuglio di politichese ed equilibrismo dialettico che non ha turbato minimamente i vertici del Pdl, ormai sempre più decisi ad impallinare definitivamente l’ingestibile sottosegretario che, sempre più nervoso, ha dichiarato ad una Tv: “Vincenzo De Luca è stato sindaco di Salerno grazie anche ai casalesi”. Dichiarazioni fuori luogo che hanno messo non poco in imbarazzo gli uomini del suo stesso partito. Sembrava inarrestabile l’ascesa del solitario Nicola, ma poi la “dea bendata” ha deciso di voltargli le spalle. A partire da quel torrido giugno, quando un treno con 14 vagoni carichi di gpl, diretto a Gricignano d’Aversa per rifornire una delle sue ditte, l’Aversana gas, deragliò a Viareggio, causando morte e distruzione…
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