Pignorati fondi Asl per stipendi, la Campania a rischio paralisi
| di Maria Antonia CoppolaSono ore concitate. Tutto parte dai conti in profondo rosso ovviamente, ma anche da un’ordinanza del Tribunale di Napoli che il 12 aprile scorso ha pignorato i conti dell’Asl per soddisfare i creditori. Sotto sigilli sono finiti dunque 330 milioni di euro, tra questi anche i 112 erogati dalla Regione Campania il 25 marzo e che erano stati depositati presso la Tesoreria del Banco di Napoli. L’istituto di credito è ora diffidato dalla magistratura a mettere anche solo una piccola parte della somma nelle disponibilità dell’Asl. Eppure servono 68 milioni e 300mila euro, la cifra che ogni mese è impiegata per il pagamento degli stipendi. Ma non ci sono. Anche perché fino a poco tempo fa non era previsto il pignoramento anche degli stipendi. Ma i creditori hanno seguito tutti gli sviluppi burocratici e normativi per vantare i loro diritti nel momento opportuno. Un giudice gli ha dato ragione, la situazione è di stallo. Anzi potrebbe peggiorare con i lavoratori, oltre 10mila, pronti a incrociare le braccia. Al governatore Stefano Caldoro chiede aiuto Maria Grazia Falciatore commissario dell’Asl Napoli 1 di nomina bassoliniana. “Serve immediatamente una rimessa dal Governo” o sarà il caos. Il neo eletto presidente della Regione non si è ancora seduto sulla poltrona a Palazzo Santa Lucia, non ha una squadra ancora, eppure è già preso da problemi serissimi. I conti. Quei numeri pesano come macigni. Si lavora ad una mediazione con Roma, Caldoro deve mettere sul tavolo tutta la sua diplomazia per evitare di dover affrontare una nuova, grave emergenza: la paralisi generale della sanità.
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