Esplosioni Sri Lanka, c’è figlia ex sindaco Camerota: «Abbiamo paura»
| di Luigi MartinoPasqua tragica nello Sri Lanka dove almeno sei esplosioni simultanee — avvenute poco prima delle 9 del mattino ora locale nella capitale, Colombo, e in due altre città (Batticaloa e Negombo) — hanno colpito tre chiese (affollate per le messe) e tre hotel di lusso, frequentati anche da turisti stranieri. Altre due esplosioni hanno colpito il Paese ore dopo le prime sei. Il bilancio è di almeno 215 morti e 500 feriti; 35 delle vittime sono straniere. Tra loro anche Shantha Mayadunne, una chef molto famosa in Sri Lanka.
«Siamo chiusi in albergo per il coprifuoco che ci sarà fino alle 6 di domattina. Poi, una volta cessato, ci allontaneremo al più presto da Colombo. Siamo spaventati». E’ la testimonianza di Giusi Bortone, medico originario di Camerota ma residente a Parma, atterrata stamani a Colombo per una vacanza in compagnia del fidanzato. «Siamo arrivati alle 10 – dice al telefono – e mentre stavamo ritirando i bagagli un ragazzo ci ha informato delle esplosioni. Poi abbiamo visto le immagini dei tg in aeroporto». Giusi è la figlia di Domenico Bortone, dottore ed ex sindaco di Camerota (dal 2009 a gennaio 2012).
Tredici persone sono state arrestate nell’ambito delle indagini sugli attacchi: la pista seguita, secondo quanto dichiarato dal governo, è quella del terrorismo di matrice religiosa. Lo Sri Lanka è un Paese a maggioranza buddista: il 70 per cento della popolazione è seguace della più antica scuola Theravada, ma i cristiani rappresentano la terza minoranza dopo gli indù (12,6%) e i musulmani (9,7%) con il 7,4%. Uno dei kamikaze si sarebbe fatto esplodere mentre era in coda al buffet della colazione nel Cinnamon Grand hotel di Colombo: si era registrato sotto falso nome facendosi passare per un uomo d’affari che si trovava in città per lavoro per alcuni giorni. Il ministero della Difesa ha ordinato il coprifuoco immediato; tutti i social sono stati bloccati «per evitare la diffusione di notizie false».
«Siamo partiti da Milano – racconta la dottoressa – e quando siamo arrivati all’aeroporto di Colombo non si respirava aria di terrore, eravamo tutti tranquilli. Per le immagini che abbiamo iniziato a vedere sono state a dir poco terrificanti. E solo allora – prosegue nel suo racconto – abbiamo capito la gravità della situazione. Una volta arrivati in albergo, non siamo praticamente più usciti. Dal tg hanno annunciato un coprifuoco dalle 18 alle 6 di domani e quindi rimarremo qui». «Domani – prosegue – secondo il nostro programma di viaggio, volevamo prendere un treno panoramico per scendere a Sud, perora abbiamo solo pensato di allontanarci da Colombo il più presto possibile ma con un autista privato. Ci ha anche contattato la Farnesina per avvisarci delle esplosioni, fornendoci un numero da contattare in caso di emergenza. Per il momento – conclude la sua testimonianza Giusi Bortone – rimaniamo bloccati qui. Domani si vedrà».
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