Femminicidio Troisi, giudizio immediato per Aiello: niente premeditazione ma rischia ergastolo
| di RedazioneMarco Aiello sarà giudicato dalla Corte d’Assise di Salerno su decisione del gip Giovanna Pacifico, che ha emesso il decreto di giudizio immediato. L’idraulico battipagliese classe ’83 sarà difeso dagli avvocati Giovanni Giuliano e Maurizio Albanese, mentre la parte accusatoria è rappresentata da Licia Vivaldi, pm titolare delle indagini sul caso del femminicidio di Maria Rosa Troisi, 37enne residente alle porte della Piana.
La vittima, originaria di Solofra, fu uccisa dal marito nella cucina del loro villino a via Flavio Gioia, in località Lago, a Battipaglia. Secondo il sostituto procuratore, l’uomo avrebbe ucciso la moglie senza premeditazione, ma il delitto è aggravato da due fattori: l’azione contro la coniuge e le circostanze che avrebbero impedito una difesa da parte della vittima.
La ricostruzione dei fatti si basa sulla confessione dell’imputato e sul verbale dell’arresto eseguito dai carabinieri della Sezione Operativa del Norm della Compagnia di Battipaglia. L’omicidio è stato il culmine di una lunga crisi matrimoniale iniziata nel maggio 2023, dovuta principalmente ai sospetti di tradimento dell’imputato verso la vittima.
L’idraulico avrebbe manifestato sintomi di malessere fisico, che avrebbe attribuito allo stress della situazione coniugale. L’ultima lite tra i coniugi sarebbe avvenuta quando Aiello avrebbe voluto recarsi in una clinica a Salerno per dei dolori addominali, ma la moglie si sarebbe opposta. Dopo un tentativo di chiedere aiuto al vicino e alla madre, l’imputato avrebbe chiamato le forze dell’ordine riferendo che la moglie lo minacciava di accoltellarlo.
Tuttavia, è stato Marco Aiello a infliggere multiple coltellate alla moglie, causandone la morte. La vittima, incinta di tre mesi, è stata colpita da varie fendenti, incluso uno che ha reciso la giugulare e la carotide. La tragedia ha lasciato i due figli della coppia, assistiti dalla curatrice speciale Rosanna Carpentieri, e i fratelli della vittima che vivono in Inghilterra, assistiti dall’avvocato Norma Mazzarini, come parti offese nel processo.
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