Fermo pesca, arriva il nuovo decreto del ministro Lollobrigida: cambiano le regole
| di Redazione
Un importante passo avanti per il settore della pesca arriva con il nuovo decreto firmato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Il provvedimento introduce modifiche significative nella gestione del fermo pesca, rispondendo alle esigenze della categoria, che negli ultimi anni aveva subito penalizzazioni a causa di un sistema considerato iniquo.
A sottolineare il cambio di passo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, che ha evidenziato come il decreto tenga finalmente conto delle difficoltà del settore e delle modalità con cui si svolge l’attività in mare. “Dopo le novità positive introdotte già lo scorso anno con il decreto sperimentale, che permetteva maggiore flessibilità nella gestione dell’attività senza alterare il numero complessivo di giorni di fermo, il provvedimento del 2025 riordina complessivamente la materia con un inedito sistema di calcolo dello sforzo di pesca”, ha dichiarato Scognamiglio.
Un nuovo sistema di calcolo dello sforzo di pesca
Una delle principali innovazioni del decreto riguarda il metodo di conteggio dello sforzo di pesca. Il nuovo sistema prevede che il calcolo venga effettuato sui tempi effettivi di lavoro, ossia quando i pescherecci sono impegnati nel prelievo delle risorse ittiche dal mare, escludendo il tempo di navigazione dal porto alle zone di pesca. Questa modifica non solo offre maggiore equità nella distribuzione dei periodi di fermo, ma migliora anche la sicurezza in mare, evitando che i natanti siano costretti a velocizzare pericolosamente i tragitti per ottimizzare il tempo disponibile per la pesca.
Un segnale di attenzione al settore
Il presidente dell’Unci AgroAlimentare ha riconosciuto il ruolo del ministero e del sottosegretario di Stato, Patrizio Giacomo La Pietra, nel favorire un dialogo costruttivo con lavoratori, imprese e associazioni del comparto. “Questo decreto dimostra una grande attenzione nei confronti di un’attività fondamentale per l’economia e l’autosufficienza alimentare del nostro Paese e dell’Europa. Per troppo tempo la pesca è stata sottovalutata e addirittura penalizzata dalle politiche europee, arrecando gravi danni agli operatori, in particolare italiani e dei Paesi mediterranei”, ha aggiunto Scognamiglio.
Verso una valorizzazione della filiera ittica
Con questo provvedimento si compie un ulteriore passo verso il rilancio del settore, con l’obiettivo di imprimere una svolta decisiva alle politiche della pesca a livello europeo. “Si tratta di una nuova tappa in un percorso di valorizzazione della filiera ittica, fondamentale per l’economia delle comunità costiere e per la sostenibilità del settore”, ha concluso Scognamiglio.
Il decreto rappresenta dunque un segnale positivo per un comparto che, da anni, richiedeva interventi mirati e politiche più adeguate alle reali esigenze dei lavoratori e delle imprese della pesca.
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