Fernando Mangone, il pittore cilentano tra i protagonisti alla Biennale di Venezia
| di RedazioneStraordinario artista, Fernando Mangone. Artista a trecentosessanta gradi e non solo per i grandi risultati raggiunti, ma anche per il suo modo di intendere e concepire la vita, l’esistenza, i rapporti interpersonali. Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone nasce ad Altavilla Silentina, un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi. Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.
Afferma Fernando Alfonso Mangone: “Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia?”. Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza. Il visionario Mangone prima si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi a quella di Catanzaro e successivamente a quella di Firenze, dove ha terminato gli studi con il massimo dei voti. Già da questo suo oscillare continuo, da questi improvvisi e imprevedibili cambiamenti di rotta inizia ad emergere il carattere di Mangone, sempre più insoddisfatto del presente, tutto teso verso altri mondi e altri traguardi. Già da queste premesse inizia a rivelarsi il suo spirito nomade e ribelle, viaggiatore e “attraversatore” di paesi e città, per respirare aria nuova e pulita, diversa, fatta soprattutto di emozione e libertà. Così, già da studente, inizia un’intensa attività espositiva che si sviluppa prevalentemente tra Firenze e Roma. Prendono vita, in questa fase, i rapporti di collaborazione con importanti personaggi della cultura internazionale e tra questi quello con il poeta e scrittore piacentino Aldo Braibanti che in seguito, insieme a Barbara Tosi, diventerà curatore di sue svariate mostre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam.
L’Italia però gli va stretta e così Fernando Mangone decide di partire per cercare altri luoghi, altre mete, altri approdi. Nel corso di questo suo lungo peregrinare in giro per l’Europa lo troviamo a Parigi, Londra, Berlino e poi in altre città europee: appassionato di musica, segue con sommo interesse i grandi maestri del Rock e del Punk: i Rolling Stones, Genesis, Qeen, Pink Floyd ecc. immortalandoli in giganteschi cartelloni che, per lungo tempo, fanno da sfondo a paesaggi e scorci di famose metropoli. Poi arriva il periodo olandese, pieno di lavoro e ricco di soddisfazioni. Dipinge ad Amsterdam, L’Aia e Groningen dove tiene ampi e comodi ateliers. A L’Aia il suo studio si trova all’interno di un vecchio Ministero della Difesa, di fronte all’Ambasciata Italiana e da qui parte e si sviluppa tutta la sua attività artistica: qui esegue la sue straordinarie vedute urbane e poi via, per le strade della città ad eseguire grandi e immensi murales che, ancora oggi, documentano la sua permanenza in terra d’Olanda e il suo interessante percorso.
Fernando Mangone, dunque, come Basquiat, Haring, Hirst e Bansksy, ribelle e rivoluzionario che, rifuggendo musei, gallerie ed eventi commerciali, inizia a dipingere sui muri delle stazioni metropolitane, nei parchi e sui palazzi degradati portando l’arte nelle strade e in mezzo alla gente per raccontare la vita ed essere, fino in fondo, fedele testimone del suo tempo e dei suoi giorni.
“Tra cielo e terra, viaggio nella storia e nella bellezza” è il titolo della prossima mostra personale di Fernando Mangone alla Galleria d’Arte di Armando Lanza a Pietrasanta. Sabato, 30 aprile, alle ore 16,30, l’inaugurazione della rassegna che viene proprio a cadere in concomitanza con un’altra grande manifestazione di rilievo mondiale, la 59a edizione della “Biennale Internazionale d’Arte di Venezia” dove, anche qui, Fernando Mangone è tra i protagonisti.
Una sua importante opera, “Masque”, infatti, a partire dal 23 aprile sarà esposta nel Padiglione “Grenada” all’interno del Collettivo “Identity Collective”, un gruppo di artisti costituitosi per l’occasione. Come poteva allora Fernando Mangone, grande “attraversatore” di città e Paesi e “street-artist” di fama internazionale a non sentire il richiamo della terra toscana? Fondamentale l’incontro con Armando Lanza, colto e illuminato gallerista di questa città che, affascinato dalla forte espressione dell’artista campano, ha deciso di chiamarlo a far parte dei suoi ambiziosi e importanti progetti.
E così, dopo questa importante mostra personale, dove Mangone presenterà un’esauriente panoramica della sua produzione e delle sue tematiche (mitologia, storia, ritrattistica e visioni contemporanee con una particolare attenzione per Pietrasanta, Firenze, Pisa, Siena, Arezzo, Livorno ecc.) eccolo pronto ad inaugurare anche il nuovo spazio a lui riservato. Su una superficie di oltre trentamila metri quadrati, polo fieristico dedicato all’arte contemporanea, ideato e voluto da Armando Lanza, l’artista di Altavilla allestirà ben cinque Padiglioni, suddivisi per tematiche, della sua vasta e complessa produzione: straordinaria occasione per entrare nel magico mondo di questo vulcanico artista, nelle sue forme e nei suoi colori, per farci avvolgere dalle sue luci, dalle sue trame e dai suoi percorsi. Con la presenza di Fernando Mangone, Pietrasanta si arricchisce così di un nuovo, grande personaggio, di un nuovo, grande artista: in attesa e in preparazione dei prossimi importanti eventi.
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