Festmed: Maurizio De Giovanni apre l’evento di Vallo della Lucania
| di Luigi MartinoEntra nel vivo la quarta edizione di Festmed, un viaggio itinerante nella musica e nella cultura del mediterraneo di scena a Vallo della Lucania. Il progetto voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Aloia é finanziato dalla Regione Campania attraverso il Poc 2014/2020. In questa edizione gli organizzatori, con l’ideatrice del progetto Santina De Vita e la direzione artistica Antonello Mercurio, hanno deciso di mettere in scena non solo i suoni del mediterraneo ma anche il pensiero filosofico delle menti di questa area geografica. Ad aprire la quarta edizione la realizzazione di una giornata della Felicità che con il supporto artistico dell’associazione festival della filosofia in Magna Grecia ha consentito di ricordare che filosofi del calibro di Parmenide e di Epicuro sono sempre attuali ed oggi ancora di più. “La presenza in video collegamento – ricorda l’assessore Genny De Cesare – dello scrittore Maurizio De Giovanni che ha parlato del suo modo di intendere la felicità e di come la esprime attraverso i suoi personaggi ha reso la serata inaugurale ancora più bella e completa. Ci aspettano ancora due appuntamenti all’insegna dell”estro e del talento “.
Festmed continua il 10 agosto presso l’ex Convento Dei Domenicani dove sarà portata in scena La Serva Padrona con la riscrittura musica di Antonello Mercurio e la regia di Pasquale De Cristofaro, mentre 11 agosto in Piazza Vittorio Emanuele il viaggio si conclude con il concertone finale con l’esibizione di Piera Lombardi, I tamburi del Vesuvio e gli Antiqua Saxa. Gli artisti faranno risuonare nella città di Vallo le sonorità ed i ritmi del territorio Cilentano e del Mediterraneo.
La coraggiosa e bella riscrittura musicale di Antonello Mercurio su libretto di Gennaro Antonio Federico (libretto messo in musica da Giovan Battista Pergolesi nel 1733), tradotto in napoletano da Antonio D’Alessandro, va in scena in un allestimento prodotto da Campagna creattiva e Compagnia La Paranza.
Si tratta, in realtà, di una partitura completamente nuova ricca di suggestioni e atmosfere della migliore tradizione musicale novecentesca. La trama è molto semplice e segue alla lettera il testo dell’originale libretto. I personaggi sono tre: Uberto, scapolo ricco e allergico al matrimonio, Serpina, la sua serva-padrona capricciosa e intraprendente, e Vespone muto domestico, pedina necessaria al gioco bizzoso tra i due che si concluderà con un felice epilogo nuziale. Già il titolo, nel proporre un buffo e bonario ossimoro, ci cala con estrema maestria in un clima musicale di assoluta pregnanza ed incisività. Subito si intuisce che le resistenze di Uberto saranno destinate a capitolare davanti all’intraprendenza e alle strategie seduttive di Serpina.
In una provincia napoletana, fascista a modo suo, tra cascami di teatro post-scarpettiano, Uberto è un burbero gerarca da operetta, Serpina è una delle tante servette che, arrivate dalla campagna, cerca una sua possibile scalata sociale e, infine, Vespone un improbabile ma poetico e fine dicitore. La rappresentazione apre con “un cunto” (breve prologo) che racconterà la stessa vicenda nei modi e nello stile della cultura popolare, azione che farà da contrappunto alla partitura di Antonello Mercurio.
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