Foce del Bussento diventa rifugio per coppiette, la denuncia: «Oasi nel degrado»
| di Francesco ChiricoUn’area degradata dove vandali e coppiette agiscono indisturbate. Così l’attivista per l’ambiente Paolo Abate definisce l’estesa area a destra e sinistra del fiume ‘Bussento’, zona di protezione speciale e sito di interesse comunitario. Si tratta di «oasi naturale mancata – spiega Abate attaccando le amministrazioni -. La cacciata vera e propria dei contadini, che da generazioni la coltivavano con orti e frutteti, è stata il primo passo di mire a dir poco scellerate dell’amministrazione di Santa Marina, che sognava speculazioni di ogni sorta». Molte sarebbero dovute essere le opere da realizzare in quel sito, come il porto canale, – spiega – villaggio residenziale annesso, acqua fans, complesso sportivo ricreativo e, per ultimo, un parco fluviale lungo l’asta del fiume dove hanno il loro habitat le lontre e transitano o nidificano specie avicole diverse. Abate fa poi riferimento al Dpr n 357 del 1997: «Ebbene, quale territorio come il fiume Bussento, si poteva trasformare in un’oasi naturale protetta, gestita dal comune di Santa Marina, dove si poteva prevedere oltre a spazi allestiti per ristoro, anche l’osservazione di specie protette quali upupa, airone cinerino, garzetta, cormorano, gallinella d’acqua, cavaliere d’Italia eccetera – aggiunge infine concludendo -. Specie che a causa della lenta ma inesorabile compromissione, avvenute in poco più di 2 anni, sono praticamente scomparse. Non a caso la Lipu avanzò diffida alla amministrazione di Santa Marina, citando la legge 157/1992 che recita all’ articolo 1 ‘La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale’».
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