Francesco Pio strappato dalle braccia dello zio: i pitbull lo hanno ucciso in pochi secondi
| di RedazioneEra tra le braccia di zio Simone quando sono arrivati i due pitbull. Francesco Pio sorrideva felice, pensando che i cani volessero giocare. Ma non era questo il loro intento. I due pitbull, Pablo e Totò, saltavano per mordere, non per giocare. Ed è così che Francesco Pio è morto. Dilaniato dai morsi e dalle ferite inflitte dai due pitbull. I cani si sono avventati sul bimbo di 13 mesi, affondando i denti nella nuca, sulla schiena e al torace del piccolo.
Francesco Pio ha capito che i cani non giocavano. Zio Simone ha provato a difenderlo. Ha allontanato i cani, urlando a squarciagola, cercando di salvare il nipotino. I due pitbull, assetati di sangue, hanno continuato a straziare la piccola vittima ebolitana. Solo un mese prima Francesco Pio aveva soffiato sulla candelina accesa sulla torta. Un mese dopo quella festa, i familiari lo accompagneranno al cimitero per la tumulazione. I cani non hanno lasciato scampo alla piccola “preda”. Hanno continuato a mordere Francesco Pio, straziando il piccolo corpo nel cortile di casa. Le urla in via Santa Rosa hanno richiamato la mamma del bimbo.
Anche Paola F., la madre, si è avventata contro i cani, ricevendo dei morsi alla gamba sinistra. L’aggressione è durata poco meno di cinque minuti. Il bilancio è di un morto e due feriti. Francesco Pio è stato trovato senza vita, in una pozza di sangue, dai medici del 118. La mamma Paola e lo zio Simone sono stati medicati entrambi alla gamba sinistra. Si sono cavati con una fasciatura e qualche macchia di sangue. Zoppicheranno per qualche giorno, con ferite dilanianti nell’anima. Ancora increduli per quello che è successo, per quei “maledetti” animali che non volevano giocare, ma intendevano azzannare il piccolo di 13 mesi.
La tragedia nel cortile
La tragedia è avvenuta poco dopo le otto di ieri mattina. Francesco Pio era in quella casa di Gaia, un’amica della donna: gli investigatori sono al lavoro per appurare se si trattava d’una presenza occasionale o se la famiglia viveva lì. Ieri mattina, sveglia presto. Colazione, con la mamma e gli zii. Poi la decisione di uscire in cortile. Per giocare. Per godersi il sole e la temperatura mite. Zio Simone ha preso Francesco Pio in braccio. Ed è uscito. I pitbull sono arrivati pochi minuti dopo. Qualche giro di lancetta d’orologio e si è materializzata la tragedia. I medici del 118, allertati, hanno soccorso subito Francesco Pio. Il bimbo di 13 mesi era stato portato dentro casa e adagiato su un tavolo. Qui lo hanno trovato i medici che hanno tentato un’operazione disperata. I camici bianchi hanno tagliato i vestiti insanguinati, tentando di rianimare Francesco Pio con il pallone Ambu e un defibrillatore. Il piccolo non si è mosso. Il suo cuore era in arresto cardiaco. Dalle ferite continuava copiosa l’emorragia di sangue. I medici hanno ripreso le manovre rianimative: inutili. Tra i singhiozzi dei familiari, gli occhi lucidi per la disperazione e le lacrime già copiose, alle 9 di mattina il verdetto più crudele: Francesco Pio era morto. Dilaniato dalle ferite inflitte dai pitbull.
Villetta sequestrata
Paola è crollata a terra, per la disperazione, sorretta appena in tempo dai familiari. Gli zii hanno lanciato tutte le maledizioni possibili contro quei due cani. Perché hanno reagito così, perché tutta quella violenza contro un bambino piccolo? Sono le domande che hanno echeggiato lungo la litoranea per tutta la giornata di ieri. I carabinieri hanno sequestrato la villa a due piani, in particolare la zona dove è avvenuta l’aggressione. I due pitbull sono stati affidati al servizio veterinario, giunto in zona con il responsabile dell’Asl, Luigi Morena, e il dottor Cosimo Brenga. Nei prossimi giorni saranno analizzate le condizioni fisiche dei due cani, per tentare di spiegare il motivo dell’aggressione.
Gli interrogatori
Nel tardo pomeriggio di ieri Gaia S. e Fabio F., coniugi separati, originari di Battipaglia, proprietari dei due pitbull, sono stati interrogati dai carabinieri di Santa Cecilia in presenza dei due rispettivi avvocati, Daniele Olivieri e Genserico Miniaci, come potenziali indagati. Entrambi hanno riferito che in quell’abitazione non ci vivevano più: lui da dicembre 2023, lei dal 5 aprile scorso. Entrambi con trasferimento di residenza. Hanno raccontato che quella, di fatto, era divenuta la casa di mamma Paola e del piccolo Francesco Pio: versione agli antipodi rispetto a quella dell’ospitata per una notte, sulla quale spetterà agli investigatori fare chiarezza. Gaia ha detto d’essersi fatta avanti, in passato, per portare i quattro pitbull con sé, ma d’aver ottenuto la disponibilità degli “ospiti” a lasciarli a Campolongo, purché fosse lei a farsi carico del loro nutrimento. Ha detto d’essere stata contattata alle 8,15 circa da Simone, lo zio del piccolo, che le ha raccontato l’accaduto, d’aver trovato il bimbo sul tavolo e d’aver chiamato il 112. Entrambi hanno riferito che i cani erano abituati alla presenza di Francesco Pio e dei suoi cari.
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