Franco Alfieri, il carcere e il telefonino: nuove accuse. I dettagli dell’inchiesta
| di RedazioneSi infittisce la trama giudiziaria che coinvolge Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia, attualmente agli arresti domiciliari. L’ultima accusa, emersa da un’interrogazione parlamentare, riguarda l’ipotetico utilizzo di un telefono cellulare durante la sua detenzione nel carcere di Salerno Fuorni. Una vicenda che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito oggetto di un procedimento penale tuttora in corso.
Secondo quanto dichiarato dal ministro, il caso verte su una presunta violazione dell’articolo 391 ter del codice penale, che disciplina l’indebito accesso a dispositivi di comunicazione per i detenuti. Questo nuovo filone d’indagine si affianca alle accuse già formulate contro Alfieri, arrestato il 3 ottobre scorso e successivamente trasferito ai domiciliari il 28 ottobre, su decisione del Tribunale del Riesame.
La replica del ministro Nordio
Durante la sua risposta all’interrogazione del senatore Antonio Iannone (Fratelli d’Italia), Nordio ha chiarito diversi aspetti della vicenda. Ha confermato che le perquisizioni effettuate nella cella di Alfieri non hanno prodotto esiti significativi. Non sono stati rilevati dispositivi illeciti o comportamenti anomali che potessero compromettere le indagini. Inoltre, il ministro ha smentito categoricamente il presunto trasferimento di Alfieri in un altro istituto penitenziario, voce circolata nei giorni immediatamente successivi all’arresto.
“Il comandante di reparto del carcere di Salerno ha disposto una perquisizione completa della sezione di transito videosorvegliata in cui Alfieri era detenuto. L’ispezione, condotta con l’ausilio di metal detector, ha dato esito negativo”, ha spiegato Nordio. La sezione ospitava un numero limitato di detenuti, riducendo le possibilità di contatti esterni.
Il ruolo del consigliere comunale
Un altro elemento dell’inchiesta riguarda il presunto coinvolgimento di un agente di polizia penitenziaria, Beniamino Castelluccio, consigliere comunale di Pontecagnano Faiano. Castelluccio avrebbe agevolato Alfieri nell’intrattenere comunicazioni illecite con l’esterno, sfruttando un telefono cellulare. Tuttavia, il ministro ha sottolineato che gli accertamenti finora condotti non hanno evidenziato circostanze compromettenti per le indagini.
Appalti pilotati e nuove accuse
Franco Alfieri è già al centro di un’altra inchiesta che lo vede imputato insieme ad altre cinque persone, tra cui la sorella Elvira Alfieri e gli imprenditori Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa. Le accuse comprendono corruzione e turbativa d’asta, relative a presunte irregolarità negli appalti pubblici del comune di Capaccio Paestum. Per questi fatti, è stato disposto il giudizio immediato, con il processo che inizierà il prossimo mese.
La vicenda continua a destare scalpore, alimentando interrogativi sulla trasparenza delle amministrazioni locali e sul rispetto delle regole nelle procedure pubbliche. Mentre la giustizia fa il suo corso, il caso Alfieri rappresenta un nuovo banco di prova per la politica e l’amministrazione della provincia salernitana.
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